Storie
di Roberto Signori
Si aggravano le tensioni in Burkina Faso
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Resta alto l’allarme in Burkina Faso, dopo l’ennesima strage perpetrata dai gruppi jihadisti e costata la vita ad almeno 22 persone, molti i cristiani, ma tra le vittime anche fedeli di religioni tradizionali africane.
La giunta militare ha preso il potere in Burkina Faso con un putsch nel gennaio scorso, giustificato proprio dall’aumento della violenza di gruppi armati e dalla necessità di combatterla, ma finora non si è riusciti a frenare l’insurrezione dei movimenti per lo più legati ad al-Qaeda e allo Stato Islamico. Nelle ultime settimane il presidente ad interim, Damiba, si è rivolto ai predecessori, sottolineando la necessità dell’unità politica di fronte alla minaccia terroristica.
Il malcontento e la richiesta di sicurezza da parte della popolazione sono ancora più pressanti a seguito della strage avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 luglio, quando terroristi arrivati in motocicletta hanno assaltato il villaggio di Bourasso, località situata nei pressi di Dédougou, capoluogo della provincia di Kossi. “Hanno ucciso 14 persone davanti alla chiesa”, riferisce un sacerdote del posto. Dopo questo primo massacro gli aggressori si sarebbero diretti all’interno del villaggio per uccidere un’altra ventina di persone