Società
di Tommaso Ciccotti
In Italia è crollo delle nascite
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Culle vuote, invecchiamento della popolazione e rinvio del progetto genitoriale in età sempre più avanzata. La denatalità in Italia ormai è diventata un’emergenza cronica che rischia di minare la tenuta sociale del Paese. A certificarlo nuovamente è l’ultimo rapporto annuale dell’Istat che, fra le altre cose, mette a fuoco l’andamento demografico della popolazione.
Secondo i dati provvisori per il primo trimestre 2022, a marzo il calo delle nascite raggiunge il suo massimo (-11,9%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, pari a circa 10mila bimbi in meno in termini di cifre assolute. Un trend drammatico che prosegue da almeno 10 anni e che è stato accentuato dalla pandemia. “Il crollo delle nascite si è protratto nei primi sette mesi del 2021 per poi rallentare verso la fine dell’anno”, rileva l’Istat nel capitolo “Le conseguenze demografiche” del Rapporto Annuale 2022. L’Istituto di statistica sottolinea che “Spagna e Italia non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020”, mentre “in Francia, dopo la riduzione osservata tra il 2015 e il 2020, nel 2021 le nascite sono state 3 mila in più. In Germania, a un calo dei matrimoni nel 2021, è corrisposto un balzo del numero dei nati, il piu’ alto dal 1997”.
In Italia la diminuzione complessiva delle nascite è attribuibile prevalentemente al calo dei nati da coppie di genitori entrambi italiani, pari a 313 mila e 700 nel 2021, oltre 147 mila in meno rispetto al 2011. Ma anche i nati da genitori entrambi stranieri (80 mila nel 2012) diminuiscono fino a 56 mila e 700. La popolazione italiana continua così a diminuire dal 2014 per via del saldo naturale negativo non compensato dall’apporto delle migrazioni. Al primo gennaio 2022 la popolazione è scesa a 58 milioni 983mila unità, cioè 1 milione 363mila in meno nell’arco di 8 anni.
La denatalità è causata anche dal fenomeno del rinvio della maternità, che si accentua di anno in anno. Rispetto al 1995 l’età media al parto aumenta di oltre due anni, arrivando a 32,2 nel 2020. Nello stesso periodo cresce anche, e in misura ancora più marcata, l’età media alla nascita del primo figlio, che raggiunge 31,4 anni. Nel 2021 il numero medio di figli per donna è di 1,25 in leggero recupero rispetto all’1,24 del 2020. Di conseguenza continua anche l’invecchiamento della popolazione. Ad oggi, gli over 65 sono pari al 23,8% della popolazione totale. Nel 2042 saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione. I grandi anziani (80 anni e più) superano i 4,5 milioni mentre la popolazione con almeno cento anni raggiunge le 20mila unità, valore quadruplicato negli ultimi vent’anni.