Politica
di Nathan Algren
Dal Consiglio d’Europa nessun sostegno a Erevan
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La partecipazione della delegazione armena alla sessione estiva dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce) apre a diverse interpretazioni del possibile sviluppo delle relazioni tra Erevan e il Vecchio continente. Secondo il giornale armeno Graparak lo scopo principale della presenza era quello di trovare sostegno per ottenere la liberazione dei tanti prigionieri armeni, rimasti nelle mani degli azeri dopo la guerra dei 44 giorni nel 2020 in Nagorno Karabakh, che gli armeni chiamano Artsakh.
Secondo i rappresentanti del partito armeno di maggioranza “Contratto civile”, i parlamentari Apce hanno esaminato il testo proposto da Erevan, avvisando che non vi sarà nessun tipo di sostegno o accordo finché l’Armenia non deciderà da che parte stare, con la Russia o con l’Europa.
La questione riguarda anche le modalità con cui l’Europa potrebbe influire efficacemente per allontanare Erevan da Mosca, anche tenendo conto del favore che questa ipotesi suscita in buona parte della popolazione armena e anche della sua classe politica. Il problema principale è la dipendenza economica dell’Armenia dalla Russia, suo principale partner commerciale e storico protettore dai nemici dei Paesi islamici circostanti. I confini del Paese sono sorvegliati dai soldati russi, che nella città di Gyumri hanno dislocato una propria base militare, la 102ma da sempre a guardia dell’Armenia.
I documenti dell’Apce degli ultimi anni sul Nagorno Karabakh sono giudicati ambigui, condannando in varia misura sia le azioni di Erevan, che quelle di Baku, e hanno comunque soltanto il carattere di raccomandazioni. I parlamentari non votano a nome degli Stati, ma dei partiti di appartenenza, e l’Armenia è rappresentata da due deputati soltanto, essendo un Paese non molto popolato, e anch’essi sono di due partiti contrapposti.
L’Armenia inoltre, al di là delle sue limitate partecipazioni alle istituzioni europee, rimane un membro dell’Unione economica eurasiatica (a trazione russa) e della Csto, la Nato post-Sovietica controllata dalla Russia.
Erevan appare lontana dalle prospettive di una qualunque forma di integrazione europea.