Storie
di Tommaso Ciccotti
I funerali di suor Luisa Dell’Orto
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Suor Luisa Dell’Orto aveva 65 anni e da 20 anni era in missione a Port au Prince, capitale di Haiti. Veniva chiamata “l’angelo dei bambini di strada” per il suo impegno a favore dei più piccoli e poveri in mezzo a cui viveva. Un commando l’ha colpita con quattro colpi d’arma da fuoco lo scorso 25 giugno, mentre rientrava a casa a bordo della sua auto, e da quel giorno la comunità che ha lasciato così tragicamente e improvvisamente non cessa di chiedersi il perchè di questa violenza su una religiosa mite e amata da tutti. La salma di suor Luisa era rientrata a Lomagna, il suo paese di origine in provincia di Lecco, in Lombardia, lo scorso 15 luglio. I funerali celebrati da monsignor Luigi Stucchi, vescovo emerito della diocesi di Milano, in un parco appositamente allestito per dare a tutti la possibilità di partecipare, e qui nel cimitero cittadino la sua sepoltura. A dare l’estremo saluto a suor Luisa, il fratello padre Giuseppe, le sorelle Carmen e Maria Adele insieme ad altri parenti.
Nell’omelia alla messa funebre monsignor Luigi Stucchi ricorda due consegne fondamentali di Gesù ai suoi discepoli che hanno trovato riscontro nella vita di suor Luisa: “Fate questo in memoria di me” e “Amatevi come io ho amato voi”, cioè, spiega il vescovo, “celebrate l’Eucaristia, sacramento della passione morte e risurrezione di Gesù” e “vivete con la stessa misura di amore in ogni angolo della terra, un amore fraterno, reciproco, donando tutta la propria vita senza condizioni, per servire e riconoscere tutti come “fratelli e sorelle”, come ha fatto Gesù fino al martirio, pur non cercandolo. E descrive la religiosa, chiamata l’”Angelo dei bambini”, “morta uccisa, povera tra i poveri, non pensando a se stessa ma donandosi per i più piccoli, fragili, deboli, gli ultimi della terra”.
Monsignor Stucchi colloca suor Luisa tra le vergini sagge del Vangelo a cui viene annunciato con gioia l’arrivo dello sposo ‘Ecco lo sposo, andategli incontro’, e l’incontro, afferma Stucchi, “è vita piena per sempre”. Come scrive l’apostolo Paolo nulla potrà separarci dall’amore di Cristo e ‘noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati’. “Noi - prosegue il vescovo - siamo chiamati ad essere testimoni di vita con tutta la vita! Con suor Luisa, come suor Luisa”. E sottolinea che ancora di più oggi la sua esistenza appartiene a tutti e parla a tutti generando speranza e diffondendo la carità
.Suor Luisa, prosegue monsignor Stucchi, “è seme di bene, di giustizia, di fraternità, di pace”. E afferma ancora: “Non saranno le armi a darci il futuro, tantomeno a darci giustizia e pace, perché le armi sottraggono risorse per i più deboli e portano con sè potenziali esplosivi incontrollabili e irrazionali. Saranno invece persone disarmate interiormente a fermare la violenza in tutte le sue forme e le sue false o presunte ragioni”. Così sono i discepoli di Gesù, così quelli di san Carlo De Foucauld come suor Luisa “che amano la vita altrui come la propria, diventata dono totale di se’, non sparano, non scappano, non si chiudono in se stessi, ma fanno della propria vita un Vangelo vivente, credibile, praticabile, amabile, umano”.