Politica
di Carlo Bravi
LA RACCOLTA FIRME, LABORATORIO DI UNITA’ POSSIBILE
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In tutta Italia migliaia di militanti e sostenitori di una delle sei liste anti-governative stanno faticando al sole e al caldo agostano nell’improba impresa di raccogliere le 750 firme certificate per ciascuno delle decine e decine di collegi elettorali sparsi per la penisola, con la pratica difficoltà di trovare non solo le persone che sottoscrivano le liste di candidati, ma anche i pubblici ufficiali (avvocati, notai, consiglieri comunali, ecc.) che certifichino tali firme, in quanto quasi tutti fuori città per le agognate ferie.
Facciamo solo un accenno di esecrazione per l’ignobile scelta dei tempi da parte di chi aveva il potere in un modo o nell’altro di decidere la scaletta delle incombenze di fine legislatura. Scelta che condanna ad una impossibile raccolta firme in pieno mese di agosto le sole forze anti-governative, essendo quelle governative o para-governative esentate da questa pesante fatica estiva.
Tale difficoltà è amplificata dalla concorrenza tra le sei liste anti-governative, ciascuna delle quali punta con tutte le forze ad essere presente sulla scheda elettorale. In questi giorni tra queste liste s’è assistito ad una corsa ad accaparrarsi i nomi più in vista del vasto schieramento “alternativo” (“io ho preso Puzzer!”, “Schilirò è con me!”, e così via).
Ora si assiste alla caccia al possibile cittadino firmatario. E al possibile certificatore.
Una competizione inevitabile, che però sconforta non poco, data la forte base comune tra le forze anti-governative, base costruita faticosamente in mesi e anni di opposizione fra la gente, sul territorio e sui media.
Ed ho pensato: visto che le sei liste in lizza sono tutte anti-governative ed in qualche modo espressione dell’area del dissenso, non si potrebbe creare un punto comune di raccolta firme?
Almeno in alcuni luoghi strategici di ogni provincia o regione?
Con un unico certificatore condiviso (che magari turnerà con altri colleghi).
E butto lì un azzardo ulteriore: aiutarsi a vicenda a completare il numero di firme richieste, continuando tutte le sei formazioni ad invitare i cittadini a firmare finché anche l’ultima delle sei liste antigovernative avrà superato le 750 firme certificate in quel particolare collegio elettorale?
A quel punto l’invito che in questi giorni ognuna di tali sigle rivolge ai propri contatti potrà cambiare il contenuto ed il tono, come pure il destinatario: l’invito a firmare rivolto ai propri amici e sostenitori più facilmente potrà tramutarsi nell’invito a firmare rivolto a tutti i cittadini, anche agli elettori di PD, Lega, FdI, M5S ecc., con lo slogan “Consentiteci di competere democraticamente!” o - se è il caso - lo slogan più sarcastico “Vi piace vincere facile, impedendo alla vera opposizione di partecipare alle elezioni?”.
Con una comune strategia di raccolta firme i prossimi giorni potrebbero vedere in tante piazze i gazebo non solo quella sigla o quell’altra, ma – presenti tutte le sigle, finché anche l’ultima avrà raccolto la sua 750ma firma – quelli che potranno essere percepiti come una sorta di “gazebo della partecipazione democratica” al processo elettorale. Non i gazebo di un singolo competitor, ma del popolo tutto che vuole elezioni realmente rappresentative di tutte le sensibilità presenti nel paese.
Una strategia di punti comuni di raccolta firme consentirà anche di compensare assai più facilmente i non pochi “buchi” di presenza territoriale che ogni sigla in realtà presenta qua e là in tante parti d’Italia; e anche questa opportunità appare assai preziosa per ognuna di esse.
Con in corso una esperienza condivisa di questo genere apparirà meno improponibile – entro il 12 agosto – la prospettiva che le sei liste antigovernative si presentino alle elezioni del 25 settembre in coalizione, esprimendo quindi candidati comuni nei collegi uninominali, ed abbassando dal 3 al 2 per cento per ciascuna lista la soglia di voti necessari per accedere con i propri candidati al Parlamento: prospettive entrambe assolutamente decisive. In particolare la possibilità di presentare candidati comuni ai collegi uninominali consentirebbe veramente di conferire a tali candidati reali possibilità di raggiungere la maggioranza relativa dei consensi ed essere quindi eletti, almeno per certi nomi di grande appeal che sono divenuti in questi ultimi anni figure di assoluto riferimento per il mondo dell’opposizione alle politiche governative.
Allora veramente potremo dire di aver soddisfatto, almeno in parte, la forte richiesta di unità delle forze antigovernative che le piazze e l’Italia intera chiedono ormai da anni, per contrastare la deriva autoritaria e antipopolare sempre più grave sperimentata da tutto il nostro amato paese.