Società
di Roberto Signori
Bambini con HIV e terapie salvavita
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A livello globale, solo la metà (il 52%) dei bambini che vivono con l’HIV riceve terapie salvavita, molto indietro rispetto agli adulti, i tre quarti dei quali (ovvero il 76%) ricevono antiretrovirali. È quanto emerge dai dati appena pubblicati nell’UNAIDS Global AIDS Update 2022 redatto dall’agenzia Onu insieme ad UNICEF, OMS e i rispettivi partner con cui - preoccupati dallo stallo dei progressi rispetto ai bambini e dal crescente divario tra bambini e adulti – hanno formato un’alleanza globale per garantire che a nessun bambino con HIV vengano negate le cure entro la fine del decennio e per prevenire nuovi contagi infantili da HIV.
La nuova Alleanza Globale per porre fine all’AIDS fra i bambini entro il 2030 è stata annunciata da personalità di spicco alla Conferenza Internazionale sull’AIDS in corso a Montreal, in Canada.
Oltre alle agenzie delle Nazioni Unite, l’alleanza include i movimenti della società civile, tra cui la Global Network of People living with HIV, governi nazionali dei Paesi più colpiti e i partner internazionali, tra cui PEPFAR e il Global Fund. Dodici Paesi hanno aderito all’alleanza nella prima fase: Angola, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.
Le consultazioni dell’Alleanza hanno individuato quattro pilastri per l’azione collettiva.
Il primo è colmare il gap terapeutico per le ragazze e le donne in gravidanza e in fase di allattamento che vivono con l’HIV e ottimizzare la continuità del trattamento; segue la necessità di prevenire e individuare nuovi casi di HIV tra le ragazze e le donne adolescenti in gravidanza e in allattamento; occorrono poi test accessibili, trattamento ottimizzato e assistenza completa per neonati, bambini e adolescenti esposti e colpiti da HIV; e, infine, è urgente affrontare i diritti, l’uguaglianza di genere e le barriere sociali e strutturali che ostacolano l’accesso ai servizi.
L’alleanza sarà impegnata per i prossimi otto anni, fino al 2030, con l’obiettivo di risolvere una delle disparità più evidenti nella risposta all’AIDS. I membri dell’Alleanza sono uniti nella valutazione che la sfida è superabile attraverso la collaborazione.