Storie

di Giuseppe Udinov

EGITTO - Professore di al Azhar processato per ingiuria al cristianesimo

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Si chiama Mabrouk Attia, e insegna Legge islamica all’Università di Al Azhar, il professore-predicatore egiziano finito al centro di controversie e di cause penali per alcune espressioni irriverenti riservate a Gesù, in un intervento filmato diffuso attraverso i social media. Nell’intervento, Attia faceva riferimenti al Discorso della Montagna di Gesù, da lui apostrofato come “il signor Gesù” e assimilato in una battuta, che forse voleva essere spiritosa, al “signor Marte”. Sulle stesse reti sociali, il professore è stato subito accusato di aver dileggiato il nome di Gesù. Avvocati e giuristi hanno sporto denunce contro Attia. Accogliendo tali denunce, la corte di Heliopolis ha aperto un processo contro il professore di al Azhar per vilipendio al cristianesimo e all’islam, fissando la prima udienza al prossimo 21 settembre.

Tra le azioni legali intentate contro Attia figura anche quella formulata dal giurista egiziano Naguib Gabriel, che ha denunciato il professore per offesa non solo alla fede cristiana, ma anche all’islam, che riconosce come Messia e profeta Gesù figlio di Maria (Īsā ibn Maryam). L’articolo 98 del Codice penale egiziano stabilisce che chiunque ridicolizzi profeti, libri sacri e simboli religiosi può essere punito con pene che variano da tre a cinque anni di prigione.

Dopo essere finito al centro di accuse e controversie, Attia ha cercato di correre ai ripari diffondendo un nuovo video, in cui porge le sue scuse a chi si è sentito offeso dalle sue parole, negando tuttavia di aver voluto mostrarsi irriverente nei confronti di Gesù. Il professore ha aggiunto che anche dal suo punto di vista «chi si fa beffe di Gesù si fa beffe del Profeta Muhammad, che la pace e le benedizioni siano su di lui, perché loro sono ambedue profeti». Mabrouk Attia ha anche rivendicato di essere stato il primo a emettere una fatwa che riconosceva come legittima l’offerta di elemosine e aiuti a cristiani poveri da parte dei musulmani durante il mese del Ramadan.

La legge egiziana riconosce e persegue come vilipendio alla religione anche ogni tentativo di usare simboli e discorsi religiosi per diffondere idee estremiste, fomentare il disprezzo per gli altri e incitare alla sedizione a danno dell’unità nazionale e della pace sociale.
Nel vortice di polemiche sviluppatesi intorno alle parole del professor Attia e alle cause intentate contro di lui, nelle reti sociali è stato diffuso anche un vecchio filmato dello Sheikh Ahmed al Tayyeb, in cui l’attuale Grande Imam di al Azhar – il grande centro teologico sunnita situato a l Cairo – commentava con accenni di commozione proprio le parole di Gesù nel discorso della Montagna, comprese quelle in cui Cristo chiama a amare il nemico e a pregare per i propri persecutori: «a volte lo declamo, e mi vengono le lacrime» confessava al Tayyeb nel video d’annata.

Il Grande Imam sunnita Ahmed al Tayyeb ha co-firmato con Papa Francesco il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune”, sottoscritto il 4 febbraio 2019 a Abu Dhabi, come strumento per attestare davanti al mondo che «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare», e che «Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere».

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06/08/2022
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