Storie
di Nathan Algren
Pakistan - Rischia il linciaggio per (falsa) accusa di blasfemia
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Ashok Kumar, operatore sanitario pakistano di religione indù ha rischiato il linciaggio in base a una (falsa) accusa di blasfemia, per aver profanato il Corano. A innescare la vicenda una denuncia presentata alla stazione di polizia di Hyderabad, nel Sindh, da un residente dell’area, Dandu Khan, che avrebbe avuto in precedenza una forte discussione con l’accusato.
Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo in base alla sezione 295B del Codice penale: fonti locali spiegano che Khan ha saputo da un cliente di nome Nabeel di una profanazione del Corano avvenuta nel vicino Rabbi Center. Giunto sul posto, egli ha interrogato Kumar e non avendo ricevuto risposte soddisfacenti lo ha ritenuto responsabile del gesto contro il libro sacro.
Quando si è sparsa la voce del presunto atto di blasfemia, una folla si è radunata nell’area con l’obiettivo di farsi giustizia da sé e uccidere l’uomo, salvato grazie all’intervento della polizia che lo ha tratto in arresto. Al momento del fermo gli agenti hanno spiegato che, dalle prime indagini, è emerso che l’operatore sanitario è vittima di una controversia personale con un abitante della zona.
In passato il Pakistan è stato teatro di attacchi, violenze e uccisioni di persone accusate - anche ingiustamente e senza prove - di blasfemia: lo scorso anno un cittadino dello Sri Lanka è stato bruciato vivo a Sialkot; qualche anno prima a morire per mano di una folla inferocita è stata una coppia cristiana a Kasur.