Nella nota della direzione si ricorda che attraverso la radio molte comunità si nutrono della Parola di Dio, partecipano spiritualmente all’Eucaristia e alle catechesi. Come altre emittenti le cui attività sono state interrotte dal governo, Radio Stereo Fe continuerà il proprio servizio di evangelizzazione attraverso i canali social.
La decisione di chiudere Radio Stereo Fe è arrivata all’indomani di una trasmissione durante la quale era stato letto il comunicato del clero della diocesi di Estelí nel quale si illustrava la situazione che sta vivendo la Chiesa nicaraguense. Nel testo si denunciava apertamente l’azione del governo con la decisione di porre agli arresti domiciliari per 15 giorni nella Curia arcivescovile di Matagalpa il vescovo locale e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, monsignor Álvarez, poi arrestato insieme ad altre 9 persone, tra sacerdoti e laici, e condotti a Managua. Il comunicato della diocesi di Estelì ricordava anche tutte le azioni intraprese dal governo contro la Chiesa dal 2018, come l’ingiusta detenzione di sacerdoti e vescovi, con false accuse a loro carico. Tra le azioni del governo, c’è anche l‘espulsione ingiustificata delle suore della Congregazione di Santa Teresa di Calcutta, l’espulsione del Nunzio Apostolico, la cancellazione dello status giuridico della Cáritas di Estelí, la chiusura di università e media cattolici. Nonostante ciò, la Chiesa non ha mai cessato la sua opera evangelizzatrice rivolta ad un popolo fortemente devoto, che ha risposto alla violenza con preghiere, recita del Rosario, celebrazioni eucaristiche. “La nostra missione è evangelizzatrice, pastorale, pacifica, per natura siamo amanti della pace, una pace che si basa su verità, giustizia, libertà e amore. Predichiamo il comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato. Ci sforziamo di portare riconciliazione tra la gente che voi state dividendo con le vostre azioni. Predichiamo che è possibile essere fratelli, anche se siamo diversi. Siamo fedeli al principio dell’unità nella diversità. La Parola di Dio ci esorta a essere profeti e a difendere i diritti umani delle persone. E di denunciare ogni tipo di ingiustizia”, si legge nel documento.
Il clero di Estelì ha quindi rivolto al governo un appello alla conversione e alla pace affermando che continuerà a pregare. Si è poi detto “rafforzato dalla vicinanza, dal dolore e dalla preoccupazione del nostro Papa Francesco, per le sofferenze della Chiesa nicaraguense. Sappiamo che siamo sempre presenti nelle sue preghiere”, si legge.
Inoltre nella nota si ringraziano tutte le Conferenze episcopali che stanno mostrando solidarietà “con la nostra Chiesa perseguitata, in particolare con il nostro amministratore apostolico, monsignor Rolando José Álvarez Lagos”. Infine si ribadisce vicinanza e sostegno incondizionato, non solo a monsignor Álvarez, ma anche ai sacerdoti, ai laici, “ingiustamente imprigionati”, e a tutti i vescovi della Conferenza episcopale del Nicaragua
Nel frattempo anche il canale cattolico San José, a Estelí, è stato soppresso dalla rete via cavo. Il governo ha interrotto le trasmissioni del Canale Cattolico della Conferenza Episcopale del Nicaragua, del Canale Cattolico San José della diocesi di Estelí, del Canale Cattolico della diocesi di Matagalpa e di sette stazioni radio della diocesi di Matagalpa che contribuivano all’evangelizzazione.