Storie
di Roberto Signori
Presto sarà libera, mi ha giurato vendetta
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E chi dice che lei non torni a cercarmi per portare a termine il suo piano, quello di vedermi morto o sfregiato a vita, che mi sorprenda ancora con l’acido o mi aggredisca con un coltello?”. Daniele Polacci, 30 anni, cameriere in un ristorante di piazza Gae Aulenti, “Il Dani” sui social, parla in affanno e intanto il suo pensiero va veloce alla mattina del 3 gennaio del 2020 quando Tamara Masia, la donna di 46 anni che lui aveva conosciuto in chat, dopo un paio di incontri senza sentimenti, decide di punirlo cercando di accoltellarlo e poi di sfregiarlo con l’acido per avere smesso di “corteggiarla“.
Lo spray al peperoncino, lui che si porta le mani al viso per proteggersi e poi una lingua di acido gettato in testa che gli colerà sul viso procurandogli ustioni di secondo a terzo grado sulla guancia e sul collo. Quel giorno pioveva, lui aveva l’ombrello che lo aiuterà a ripararsi, in parte, evitando ustioni ben più gravi. E poi il ricovero, i mesi passati in un faticosa ripresa fisica, le cure e la paura. Questa è la storia di una persecuzione di genere al contrario: in cui è l’uomo a essere vittima di una donna stalker e potenziale assassina. Una donna che dal carcere ha continuato a minacciarlo di morte e avrebbe anche tentato di assoldare un sicario, convinta di doversi vendicare del giovane che l’aveva illusa, perché amata e lasciata dopo pochi incontri.