Storie
di Nathan Algren
Afghanistan - Unicef: ‘11 bambini morti per le alluvioni
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Non solo il Pakistan, anche il vicino Afghanistan nelle scorse settimane è stato colpito dalle alluvioni. Il 25 agosto il governo a guida talebana ha comunicato che almeno 180 persone sono morte per le inondazioni, tra cui 11 bambini, ha poi aggiunto l’Unicef. Secondo altri dati il bilancio delle vittime delle alluvioni è di 256 persone nell’arco di tutto il 2022, con un aumento del 75% rispetto all’anno scorso. Le forti piogge hanno spazzato oltre 3mila case e ucciso migliaia di capi di bestiame, aggravando la crisi umanitaria ed economica del Paese.
“La provincia di Nangarhar, nella regione orientale, e la provincia di Logar, nella parte centrale del Paese, sono state le più colpite”, spiega Veronica Houser, del team di comunicazione di Unicef Afghanistan. “Anche le province di Paktika e Khost, le due province colpite dal terremoto di giugno, sono state interessate dalle recenti inondazioni”, ha aggiunto l’operatrice umanitaria. Si parla di 2.300 famiglie, pari a più di 16mila persone a Nangarhar, e 3mila famiglie a Logar, quindi circa 20mila persone.
Unicef Afghanistan si è subito mobilitata per essere presente sul campo: “Abbiamo dispiegato 10 unità mobili che stanno fornendo servizi sanitari e nutrizionali a madri e bambini, tra cui azioni di primo soccorso e assistenza ai traumi e vaccinazioni per i bambini piccoli. Stiamo trasportando acqua pulita e potabile dove le comunità non hanno più accesso a fonti naturali sicure - continua la cooperante -, distribuiamo kit di articoli igienici oltre a ‘kit familiari’ che comprendono attrezzature da cucina. Con i nostri partner stiamo inoltre ricostruendo le classi di educazione comunitaria distrutte dalle inondazioni in modo che i bambini possano continuare a imparare nonostante la distruzione”.
Una situazione drammatica, che si somma alla catastrofe umanitaria scattata dopo la riconquista talebana dell’Afghanistan il 15 agosto dell’anno scorso: “Nel resto del Paese l’Unicef intende raggiungere quest’anno 15 milioni di persone, tra cui otto milioni di bambini, con l’assistenza umanitaria. Le nostre priorità includono il trattamento dei bambini affetti da malnutrizione acuta grave, la vaccinazione contro il morbillo, la fornitura di acqua potabile, l’aiuto ai bambini per riprendere l’apprendimento. Il nostro obiettivo non è solo quello di salvare vite umane oggi, ma anche di garantire alle comunità un sostegno a lungo termine”.
Però l’accesso alle risorse finanziarie continua a essere molto complicato: “Le sanzioni internazionali, la sospensione dei finanziamenti e le condizionalità dei donatori hanno spinto sull’orlo del collasso sistemi cruciali come i servizi sanitari che sono da sempre stati sostenuti da donazioni esterne. Questo sta avendo un effetto devastante sulle famiglie che sono schiacciate dalla fame e dalla povertà”, prosegue Houser. Una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite prevede l’esenzione dalle sanzioni degli aiuti umanitari, ma l’ultimo appello lanciato dall’Unicef per raccogliere la cifra record di 2 miliardi di dollari a oggi ha ricevuto solo il 40% dei finanziamenti necessari”. E, sottolinea l’operatrice, “con l’inverno alle porte siamo particolarmente preoccupati”.