Storie
di Giuseppe Udinov
SUD SUDAN - Allarme povertà lanciato dalla chiesa
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“Le uccisioni e le violenze sono ancora in corso, anche se non così dilaganti come nel biennio 2016-2018. Si registrano imboscate stradali e rapine da parte di uomini armati, uccisioni di agricoltori nelle loro fattorie da parte di guardiani di bestiame armati (soprattutto nella regione di Equatoria), omicidi a sangue freddo di religiosi e di presunti oppositori politici, lunghe detenzioni di sospetti criminali senza traccia nei tribunali. Recentemente, un nuovo movimento ribelle è emerso nello Stato dell’Alto Nilo con il nome di ‘Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan’ (SSPLM), per cui molte persone hanno perso la vita negli ultimi mesi. Davanti a simili atrocità, i leader devono dimostrare maturità politica garantendo la sicurezza, impegnandosi nel dialogo come modo migliore per risolvere le controversie, migliorando e aumentando i servizi umani di base come l’istruzione, la salute e la produzione di cibo e fermando le molestie ai civili da parte del personale militare”. Parlando con l’Agenzia Fides, mons. Alex Lodiong, Vescovo di Yei, in Sud Sudan, non nasconde la sua preoccupazione per la situazione del suo Paese, tormentato da focolai di guerra che, nonostante alcuni significativi passi avanti degli ultimi anni, ancora tardano a spegnersi.
“La situazione – nota il vescovo – non è ancora delle migliori. L’economia soffre, negli ultimi tempi i prezzi sul mercato sono aumentati. I dipendenti pubblici non vengono pagati regolarmente; di conseguenza, non possono provvedere all’istruzione dei figli né alla loro salute e al loro mantenimento quotidiano. Solo coloro che occupano posizioni governative di alto livello, gli ufficiali dell’esercito di alto grado e coloro che lavorano nelle Organizzazioni non governative internazionali (in particolare le Agenzie delle Nazioni Unite) possono permettersi una vita dignitosa. Possono sostenere le spese di istruzione in scuole prestigiose al di fuori del Paese. In alcune zone del Sud Sudan, tra le quali alcune della mia diocesi, non si vedono scuole funzionanti e i bambini nati negli ultimi dieci anni non sono mai andati a scuola. E’ un fatto molto grave”.