Società
di Raffaele Dicembrino
Crescono dispersione scolastica e povertà in Italia
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Sono 1 milione e 382mila in Italia i minori in condizioni di povertà assoluta registrati nel 2021, mentre ad abbandonare precocemente gli studi è il 12,7%. Lo rivela il nuovo rapporto di Save the Children “Alla ricerca del tempo perduto - Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana” lanciato oggi. A partire dal collegamento tra povertà materiale e educativa nella Penisola, il rapporto analizza alcuni deficit strutturali del sistema scolastico a livello nazionale e locale, considerando spazi, servizi e tempi educativi, come mensa e tempo pieno, palestra e agibilità delle scuole. Ad incidere su questi numeri ora potrebbero aggiungersi le conseguenze della crisi energetica e dell’impennata dell’inflazione, che ha un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti. A preoccupare è anche l’impoverimento educativo dovuti agli effetti di Covid e alla DAD, soprattutto tra i minori già in svantaggio socioeconomico. Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova infatti senza le competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università. È questa la cosiddetta dispersione implicita. Le percentuali più alte si registrano nelle regioni meridionali.
Entrando più nel dettaglio e confrontando le 10 province italiane con l’indice di dispersione “implicita” più bassa e più alta, emerge come nelle province in cui la percentuale è minore le scuole primarie hanno assicurato ai bambini maggior offerta di tempo pieno, più mense (il 25,9% delle scuole contro il 18,8%) e palestre (42,4% contro 29%). Save the Children evidenzia, in pratica, quanto un’offerta adeguata di spazi e di tempi educativi possa contribuire efficacemente a ridurre le disuguaglianze educative territoriali. I territori dove la povertà minorile è più forte sono quelli dove la scuola è più povera, privata di tempo pieno, mense e palestre. Ciò che emerge è che lì dove bambini e adolescenti affrontano, con le loro famiglie, le maggiori difficoltà economiche serve un’offerta educativa più ricca. Il rapporto lascia emergere che quando l’offerta scolastica è potenziata, questa è in grado di fare la differenza, anche nelle province con maggior numero di minori in difficoltà socioeconomica. “Chiediamo al nuovo governo che si formerà un investimento straordinario che parta dalla attivazione di ‘aree ad alta densità educativa’ nei territori più deprivati, in modo da assicurare asili nido, servizi per la prima infanzia, scuole primarie a tempo pieno con mense, spazi per lo sport e il movimento, ambienti scolastici sicuri, sostenibili e digitali” ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.