Storie
di Nathan Algren
ETIOPIA - Mettere a tacere le armi
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Dopo due anni di conflitto tra il governo etiope e le forze del Tigray, che ha portato alla perdita di migliaia di civili e molte persone sfollate, i rappresentanti delle due parti si sono incontrati per la prima volta a Pretoria, in Sud Africa, per colloqui di pace, un gesto che ha dato speranza ai cittadini etiopi. Iniziati martedì 25 ottobre 2022 si concluderanno domenica 30 ottobre 2022. L’intento è quello di mediare sulle sfide del secondo Paese più popoloso dell’Africa e trovare una soluzione sostenibile al conflitto.
“Gli ultimi due anni sono stati teatro di situazioni strazianti. Molta gente hanno perso la vita e proprietà e molti sono stati sfollati. Ci auguriamo che questo colloquio di pace porti un respiro di pace” ha dichiarato il vicario Apostolico di Jima Bonga, Markos Ghebremedhin. “Preghiamo e speriamo che il risultato di questi colloqui portino a ripristinare la pace nel paese in modo da poter costruire la nostra nazione”.
Papa Francesco, nel suo messaggio di domenica 23 ottobre durante l’Angelus, ha esortato le parti interessate in Etiopia a “porre fine alle sofferenze della popolazione indifesa e a trovare soluzioni eque per una pace duratura in tutto il Paese”
I colloqui in corso sono mediati da un team dell’Unione africana, guidato dall’ex presidente della Nigeria Olusegun Obasanjo, supportato dall’ex leader del Kenya Uhuru Kenyatta e dall’ex vicepresidente sudafricano Phumzile Mlambo-Ngcuka. Secondo organismi locali, se le trattative sudafricane dovessero fallire, “persisterà un conflitto pieno di atrocità”.