Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Il Papa agli insegnanti cattolici: attenti alle colonizzazioni ideologiche
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State attenti a far comprendere agli insegnanti ”cosa è una novità che fa crescere e cosa è una ideologizzazione, una colonizzazione ideologica”. “Oggi le colonizzazioni ideologiche distruggono la personalità umana e quando entrano nell’educazione fanno delle stragi”. È quanto sottolinea Papa Francesco incontrando i partecipanti all’Assemblea generale dell’Unione mondiale degli insegnanti cattolici (Umec-Wuct), “una rete di colleghi nella professione e di fratelli e sorelle nella fede che - spiega il Pontefice - in spirito e stile di amicizia, di accoglienza, di conoscenza reciproca e di comune crescita spirituale, si mettono al servizio di tutti gli insegnanti cattolici perché conservino la loro identità e portino avanti la loro missione”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Direi che in questo compito siete “collaboratori del Papa”: infatti, la missione del Successore di Pietro è proprio quella di confermare e sostenere i fratelli nella fede (cfr Lc 22,32). E così voi, nel mondo della scuola, fate presente il servizio della Chiesa di sostenere nella fede gli insegnanti cattolici, perché possano svolgere al meglio il loro lavoro e la loro testimonianza, in situazioni spesso complesse sul piano relazionale e sul piano istituzionale.
“La presenza di educatori cristiani nel mondo della scuola è di vitale importanza. E decisivo è lo stile che egli o ella assume. L’educatore cristiano infatti è chiamato ad essere nello stesso tempo pienamente umano e pienamente cristiano”. “Non deve essere spiritualista e fuori dal mondo”. “Non c’è umanesimo senza cristianesimo. E non c’è cristianesimo senza umanesimo”. L’educatore cristiano deve essere, quindi, “radicato nel presente, nel suo tempo, nella sua cultura. È importante che la sua personalità sia ricca, aperta, capace di stabilire relazioni sincere con gli studenti, di capire le loro esigenze più profonde, le loro domande, le loro paure, i loro sogni”.
E che sia anche capace di testimoniare – anzitutto con la vita e anche con le parole – che la fede cristiana abbraccia tutto l’umano, che porta luce e verità in ogni ambito dell’esistenza, senza escludere niente, senza tagliare le ali ai sogni dei giovani, senza impoverire le loro aspirazioni.
L’Unione mondiale degli insegnanti cattolici, ricorda Francesco, ha vissuto tempi non facili nella sua storia recente, “anche con momenti di dubbio e di scoraggiamento”. Ma anche “in questi tempi di burrasca”, non è mancato l’impegno “in uno spirito di fede e di speranza cristiana”. L’Umec è oggi chiamata “a sostenere insegnanti di ogni età e in ogni condizione lavorativa: sia quelli con una lunga esperienza - ricchi di soddisfazioni ma anche di fatiche -, sia le nuove generazioni, docenti animati da entusiasmo e voglia di fare, ma con le fragilità e le incertezze che spesso segnano i primi anni di insegnamento”.
Tutti questi insegnanti - se li guardiamo con ottica cristiana, di cui a volte loro stessi non sono pienamente consapevoli - sono in condizione di lasciare un segno, nel bene e nel male, nella vita di bambini, adolescenti e giovani, che sono loro affidati per lungo tempo. Quale responsabilità! E quale opportunità, per introdurli, con sapienza e rispetto, nei sentieri del mondo e della vita, accompagnando la loro mente ad aprirsi al vero, al bello, al bene. Sappiamo, per esperienza personale, come sia importante avere bravi insegnanti e saggi educatori negli anni della formazione!
Agli appartenenti all’’Unione mondiale degli insegnanti cattolici il Papa rivolge infine un invito. “Un invito - afferma il Pontefice - che mi sta molto cuore” e legato al Patto globale dell’educazione, una iniziativa che si propone di unire gli sforzi “in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. “Confido nel vostro impegno per coinvolgere gli insegnanti aderenti all’Umec in questo progetto, che vuole mettere al centro la persona nella sua dignità e bellezza, e le famiglie quali soggetti educativi primari”.