Chiesa

di Roberto Signori

In Etiopia tacciono le armi

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La svolta diplomatica che ha portato la firma dell’accordo di pace, il 2 novembre scorso in Sud Africa, e l’accordo per il disarmo del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF), firmato lo scorso 12 novembre in Kenya, sta producendo risultati significativi in molte zone del conflitto. Neblet, Maikinetal, Cherecher, Beri Teklay, Hugumburda, Zalambessa e Abergele, sono alcune di queste dove le forze tigrine (TDF) si sono ritirate per far entrare le truppe dell’esercito federale (ENDF).

In poco più di un mese dalla fine delle ostilità nella regione del Tigray si stanno registrando passi fondamentali verso la pace: secondo le dichiarazioni del generale Tadesse Werede, comandante in capo delle forze di difesa del Tigray, il 65% delle sue forze si è disimpegnato da molte delle aree di conflitto. Il generale ha dichiarato che il recente incontro sul disarmo, tenuto il primo dicembre a Shire, nella zona nord-occidentale del Tigray, sta facendo fare un passo avanti al processo di pace ed è stato importante che alti funzionari militari di entrambe le parti si siano incontrati in Etiopia (vedi Agenzia Fides 03/12/2022). “Abbiamo agito in modo da mantenere l’impegno a rispettare l’accordo che abbiamo firmato. Gli osservatori e gli altri meccanismi di monitoraggio menzionati nell’accordo non sono ancora stati inseriti”, ha aggiunto. Tedesse ha inoltre dichiarato che alcune truppe sono rimaste in prima linea, non specificando i luoghi, e saranno disimpegnate solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza per la popolazione civile. Il generale ha esortato che le truppe dell’esercito federale si adoperino per far ritirare quelle eritree e amhara, affermando che nessuna delle due ha lasciato la zona di guerra.
Secondo l’ufficio del primo ministro Abiy Ahmed, le autorità del governo federale stanno già provvedendo gradualmente alla fornitura di aiuti umanitari, assistenza medica e rimpatrio degli sfollati. Un altro passo importante è stato lo stanziamento da parte dell’Unione Europea di 33 milioni di dollari per riparare circa 8.500 scuole danneggiate durante la guerra. L’ambasciatore dell’UE in Etiopia, Roland Kobia, ha affermato che il denaro aiuterà 2 milioni di bambini a tornare a scuola oltre a rilanciare un programma di alimentazione scolastica.

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06/12/2022
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