Società
di Giuseppe Udinov
Boom di ritiri per prodotti contaminati
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Caffè all’ocratossina, cioccolato alla salmonella, wurstel al batterio della listeria. Ogni anno, negli stabilimenti produttivi c’è sempre qualche errore in agguato lungo la catena della sicurezza alimentare. E quando la Asl se ne accorge, viene fatta la segnalazione al ministero della Salute, il quale emette un provvedimento di richiamo. L’ultimo, firmato il 23 dicembre, ha coinvolto le capsule per espresso a marchio Trombetta e a marchio Consilia. Nel primo caso, si tratta di tre diversi lotti con scadenza 07/02/2024: due di capsule compatibili espresso Caffè Trombetta “Zio d’America” prodotte nello stabilimento di Pomezia (Roma), e un lotto di capsule Caffè Trombetta Arabica. Nel secondo caso, ad essere richiamata è una partita di cialde Consilia Espresso Arabica con scadenza 04/02/2024. Per entrambi, la motivazione è il ritrovamento di tracce fuori norma di ocratossina, una micotossina prodotta naturalmente da alcune muffe che è estremamente resistente e pericolosa per la salute, in particolare per i reni.
Ma quanti pericoli abbiamo corso, quest’anno, sulle nostre tavole? Secondo il sito del ministero della Salute, il 2022 non è stato l’anno record dei richiami alimentari: la maglia nera va infatti al 2021, con ben 405 provvedimenti emessi. Quest’anno siamo “soltanto” a quota 278, il secondo peggiore dal 2018 a oggi. Meno richiami dunque, ma in compenso alcuni di questi casi sono stati piuttosto clamorosi. Il più eclatante è senza dubbio quello che ha coinvolto la linea Kinder della Ferrero. Proprio sotto Pasqua, uno dei momenti più cruciali per le vendite di cioccolato, la multinazionale di Alba ha dovuto richiamare alcune serie di Kinder Sorpresa e di ovetti Schoko-Bons prodotti in Belgio. Nel suo stabilimento di Arlon le autorità sanitarie avevano riscontrato tracce di salmonella, una contaminazione che alla Ferrero è costata non soltanto il ritiro dei cioccolatini in diversi Paesi europei, ma anche un danno d’immagine durante uno dei periodi di picco degli acquisti di cioccolata. Lo stabilimento incriminato ha dovuto subire uno stop di mesi: chiuso l’8 di aprile, ha ottenuto l’autorizzazione a riaprire i battenti soltanto a metà giugno.