Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Papa - Ispiratevi ai martiri del dialogo
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“Mettevi alla scuola dei ‘martiri del dialogo’ che, anche in alcuni dei vostri Paesi, hanno percorso con coraggio questa strada per essere costruttori di pace”. È l’invito che questa mattina papa Francesco ha rivolto agli alunni e formatori del Pontificio Collegio Urbano, il seminario internazionale che fin dal 1627 a Roma cura l’approfondimento teologico e pastorale nella formazione del clero per i territori detti di “missione”. “Un’intuizione importante” l’ha definita il pontefice, e tuttora valida per tutta la Chiesa “chiamata oggi ad una ‘conversione pastorale e missionaria’ anche nella formazione dei futuri presbiteri”.
Nel suo discorso il papa si è soffermato in particolare su alcune caratteristiche da curare nella formazione dei futuri missionari. Innanzitutto il “coraggio dell’autenticità”. “La nostra vicinanza a Dio e ai fratelli - ha commentato -si realizza e si rafforza nella misura in cui abbiamo il coraggio dispogliarci delle maschere che indossiamo, magari per apparire perfetti, impeccabili e ossequiosi”. Si è missionari credibili – ha ggiunto –“non per un abito che si indossa o per atteggiamenti esteriori, quanto piuttosto per uno stile di semplicità e di sincerità”.
Accanto a questo il papa è tornato a rivolgere l’invito a coltivare la “capacità di uscire da sé stessi”, per non “adorare un Dio che è solo una proiezione dei nostri bisogni”. Voi avete l’opportunità di farlo in questo momento nella vita di comunità, specialmente in una comunità formativa ricca e variegata come la vostra, con tante culture, lingue e sensibilità”. Un “dono grande” questo incontro tra popoli e culture, che educa alla sfida della fraternità. “Il nostro mondo e anche la Chiesa - ha aggiunto - hanno bisogno di testimoni di fraternità: che voi possiate essere così, già adesso e poi quando tornerete nelle vostre diocesi e nei vostri Paesi, spesso segnati da divisioni e conflitti. E anche testimoni di gioia: la gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli”.
Infine per il pontefice una terza caratteristica imprescindibile del discepolo missionario è “l’apertura al dialogo. Prima di tutto al dialogo con Dio, nella preghiera, che è pure un esodo dal nostro io per accogliere Lui. E poi al dialogo fraterno, in una radicale apertura all’altro”. “Gesù – ha concluso il papa - ce lo ha mostrato facendosi uomo, abbracciando i drammi, le domande e le attese dell’umanità sofferente e in cerca di pace. Il mondo ha bisogno di dialogo, ha bisogno di pace. E ha bisogno di uomini e donne che ne siano testimoni”.