Storie

di Nathan Algren

Iran - Detenute cristiane firmano appello contro le esecuzioni

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

Vi sono anche due cristiane convertite dall’islam, fra le 30 donne iraniane che dal carcere hanno sottoscritto una lettera aperta per dire “no” a processi sommari ed “esecuzioni di Stato” di manifestanti pacifici in piazza per protestare contro la morte della 22enne curda Mahsa Amini. Secondo gli attivisti di Article18, sito specializzato nel documentare le repressioni in atto nella Repubblica islamica, le due donne sono Sara Ahmadi e Malihe Nazari, che stanno scontando rispettivamente otto e sei anni di carcere per l’appartenenza a case di preghiera.

Entrambe si sono unite alle compagne detenute nell’area femminile del famigerato carcere di Evin, firmando la dichiarazione condivisa ieri sui social di un’altra delle donne firmatarie, Fariba Adelkhah. “Noi, prigioniere politiche e per reati di pensiero - si legge nel testo - della sezione femminile della prigione di Evin, chiediamo la fine delle esecuzioni dei manifestanti e la fine di pene ingiuste, inflitte ai prigionieri in Iran”.

Nella lettera aperta le donne dichiarano di provenire da religioni, culture, background diversi - cristiane, baha’i, monarchiche, marxiste, ambientaliste, madri per la giustizia, etc - ma di essere al tempo stesso unite dalla battaglia contro le “esecuzioni di Stato”. ”Noi stesse - proseguono - siamo state condannate a un totale di 124 anni di prigione in seguito a processi ingiusti e non trasparenti, [ma vogliamo] difendere il diritto delle persone alla vita con giustizia”.

Sara è la moglie di Homayoun Zhaveh, uomo di 64 anni con un Parkinson in fase avanzata, che sta anch’egli scontando una pena di due anni a Evin per il suo coinvolgimento in preghiere organizzate in chiese domestiche. Si tratta delle “house-churches” invise al regime degli ayatollah, che le considerano covi di “gruppi nemici” che “minacciano” la sicurezza nazionale; a oggi vi sono almeno 18 cristiani in carcere per la loro adesione a questi gruppi. Malihe faceva invece parte del gruppo di persone arrestate perché legate a Joseph Shahbazian, un pastore iraniano-armeno che ora sta scontando una pena di 10 anni a Evin.

Intanto proseguono gli arresti di giornaliste che raccontano, con il loro lavoro, la repressione governativa delle protesta di piazza. In questi giorni altre tre croniste sono state fermate e condotte in carcere, portando a 79 il numero complessivo di reporter - uomini e donne - finiti in cella dall’inizio delle manifestazioni per Mahsa Amini a metà settembre dello scorso anno. Secondo quanto riferisce l’Associazione giornalisti di Teheran, le ultime in ordine di tempo sono Mmes Melika Hashemi, Saideh Shafiei e Mehrnoush Zarei, ma non vi sono altri dettagli oltre ai nomi. Il quotidiano riformista Etemad aggiunge che le croniste sarebbero state traferite a Evin.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

25/01/2023
0506/2023
San Bonifacio

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Chiesa

Nigeria: i vescovi ed il digiuno per la pace

I Vescovi invitano i fedeli alla preghiera e a non cedere allo sconforto: “Per far fronte allo sconforto dominante vi inviamo questo messaggio di speranza e di invito alla preghiera, specialmente in questo santo tempo di Quaresima. Siamo infatti convinti che chi ripone la propria fiducia nel Signore non potrà mai essere deluso”.

Leggi tutto

Chiesa

Predicatore islamico condannato a 12 anni per una preghiera

Un tribunale saudita ha condannato in questi giorni un predicatore islamico a 12 anni di galera per aver guidato una preghiera nella ex basilica, oggi moschea di Santa Sofia a Istanbul nel lontano 2014. Una sentenza che conferma, una volta di più, la stretta imposta dalla leadership del regno wahhabita contro attivisti, dissidenti e persino religiosi non allineati alle direttive istituzionali o, più semplicemente, invisi al regime al potere.

Leggi tutto

Società

Teheran spia cristiani e minoranze etniche

Un rapporto dei ricercatori di Lookout Threat Lab mostra il ricorso estensivo a spyware per monitorare dialoghi, spostamenti e attività. Una repressione che si è rafforzata con le proteste per l’uccisione di Mahsa Amini. Nel mirino centinaia di persone, ma i numeri sono sottostimati.

Leggi tutto

Società

Iran: niente stadi per le donne

Bloccata la partecipazione all’ultima partita di qualificazione al mondiale giocata a Mashhad. Su 12.500 biglietti venduti online, almeno 2mila erano riservati alle donne. Per il leader islamico locale la presenza femminile è “una volgarità”.

Leggi tutto

Storie

Filippine - Natale di ascolto e preghiera

A Natale, il “Dio-con noi” cammina con il suo popolo. La festa dell’Incarnazione è un “promemoria della sinodalità” e ricorda “la presenza di Dio accanto a noi e il suo cammino con noi”

Leggi tutto

Chiesa

Papa all’Angelus: “Accendere il cuore con la preghiera”

All’Angelus della prima domenica di Avvento, il Papa invita i fedeli a vigilare ed a pregare per custodire il cuore dall’accidia spirituale, che spegne l’entusiasmo missionario e la passione per il Vangelo

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano