Società

di Domenico Gallo

L’ Unione Europea autorizza l’utilizzo di insetti per l’alimentazione umana

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Una analisi scientifico – economica volta a metter luce su un fenomeno globale che sta prendendo piede con efficaci metodi propagandistici

“Esprimiamo viva preoccupazione per le decisioni prese dalla UE (REGOLAMENTO ESECUZIONE (UE) 2023/5 DELLA COMMISSIONE del 3 gennaio 2023) ed in generale sull’uso di insetti nell’alimentazione umana senza la necessaria verifica sperimentale sulla salute delle persone”. Così dichiara Domenico Gallo, coordinatore del Popolo della Famiglia Macerata. “Nutriamo inoltre grossi dubbi sull’efficacia ambientale che un tale provvedimento comporterebbe. Riteniamo infatti

che siano scelte che potrebbero avere alla base solo forti interessi economici. Siamo peraltro certi che danneggeranno fortemente l’ agricoltura e gli allevamenti tradizionali di qualità oltre che la salute dei consumatori.

E’ ormai da tempo che veniamo bombardati dai media sulla possibilità (e necessità) di ricorrere all’uso degli insetti non solo per l’alimentazione degli animali allevati ma anche per quella umana.

Diverse le ragioni addotte: si parte dalla “sconfitta” della fame nel mondo alla riduzione dell’effetto serra e quindi a tutte quelle cause che comporterebbero il cambiamento climatico in atto.

All’utilizzo degli insetti nell’alimentazione umana si sarebbe giunti come importante fonte di produzione di amminoacidi essenziali e quindi proteine nobili, acidi grassi e microelementi che verrebbero prodotti con un impatto ambientale minimo.

Minimizzato anche ogni rischio sulla salute umana in quanto le misure cautelative si limiterebbero, almeno per la polvere di grillo, a dover indicare sull’etichetta il rischio di allergie dovute alla chitina presente nell’esoscheletro degli insetti, parificato all’allergia da crostacei o

molluschi.

Pochissimi gli studi a riguardo, soprattutto quelli condotti da soggetti affidabili e super partes e questo rappresenta a nostro parere un primo importante campanello d’allarme: indurre al consumo di cibi non di uso normale prima della necessaria sperimentazione sulla salute umana è

certamente rischioso.

Gli unici studi di un certo livello che abbiamo reperito sono quelli effettuati da Carlos Alonso Calleja, González Machado Road, David Jiménez De Juan e Rosa Capita González, esperti nutrizionisti docenti della facoltà di Veterinaria dell’Università di Leon.

Gli stessi sottolineano da una parte la forte convenienza economica a produrre insetti dati i prezzi molto alti delle farine con essi prodotte con costi di produzione che dovrebbero essere invece piuttosto bassi, dall’altra i grossi rischi per la salute umana.

In breve sintesi secondo i loro studi questi rischi possono derivare da :

1 - Sostanze antinutritive e tossiche.

Le prime sono quelle che impediscono o ostacolano l’assorbimento dei nutrienti. Spicca la chitina, il materiale principale di cui è composto l’esoscheletro degli artropodi e presenti nelle farine in quantità rilevanti. Esercita un effetto negativo sulla digeribilità delle proteine e sulla loro

utilizzazione; i tannini, che formano complessi insolubili con le proteine e ne riducono la biodisponibilità. Anche fitati e ossalati, agenti chelanti che riducono l’assorbimento di elementi minerali come calcio, zinco, manganese, ferro e magnesio. Le saponine che interferiscono con la

digestione delle proteine, gli alcaloidi ecc.

Alcuni composti presenti negli insetti sono poi potenzialmente tossici.

Esistono due categorie di insetti tossici: fanerotossici e criptotossici. Quelli del primo gruppo hanno organi specializzati che sintetizzano e immagazzinano le tossine. Queste sono di norma inattivate nel tratto gastrointestinale umano. Gli insetti criptotossici contengono invece sostanze tossiche per le persone se ingerite. Esempi di insetti da evitare sono quelli che contengono ormoni steroidei, come il testosterone, presente in alcuni coleotteri. Il consumo continuato di questi insetti può causare ritardo della crescita, ipofertilità, mascolinizzazione nelle femmine, edema, ittero e cancro al fegato.

2 - Microrganismi patogeni (batteri)

Secondo i rapporti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e altri studi, gli insetti possono essere contaminati da batteri patogeni (come Salmonella, Campylobacter, Escherichia coli e Bacillus cereus). Tuttavia, una corretta cottura può eliminare, o almeno ridurre sostanzialmente, la presenza di microrganismi patogeni.

3 – Parassiti.

Gli insetti a volte fungono da vettori di alcuni parassiti. Alcuni insetti fungono anche da ospiti intermedi per alcuni di essi. L’infestazione nell’uomo determina un quadro clinico con sintomi gastrointestinali.

4 – Contaminanti chimici

La presenza di contaminazioni chimiche è uno dei maggiori pericoli associati al consumo di insetti, principalmente quelli della fauna selvatica. Tra i composti frequentemente rilevati ci sono alcuni

metalli pesanti (cadmio, piombo o rame, tra gli altri) e pesticidi. Vale la pena ricordare, ad esempio, un focolaio che ha colpito bambini e donne incinte in una comunità di Monterrey (California) nel 2007, associato al consumo di cavallette con alti livelli di piombo.

5 - Allergie e reazioni allergiche incrociate.

Un pericolo di dimensioni sconosciute. Molti artropodi possono indurre reazioni allergiche in soggetti predisposti, causate principalmente dalla presenza di tropomiosina, arginina, chinasi, gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi o emocianina. Sebbene non ben studiate, sono state

identificate reazioni incrociate, ad esempio, tra crostacei, scarafaggi e acari. I sintomi dell’allergia agli insetti sono molto vari, e possono manifestarsi dalla semplice orticaria allo shock anafilattico.

Gli studiosi concludono dicendo che poiché l’esposizione ripetuta a un potenziale allergene aumenta il rischio, gli insetti devono essere mangiati con cautela quando vengono introdotti nella dieta. In ogni caso, la comunità scientifica concorda sulla necessità di ulteriori studi per effettuare una valutazione quantitativa del rischio di allergia alimentare associato a diversi tipi di insetti. Un mercato che necessita ancora di molta ricerca.

Gli insetti che l’Unione Europea ha per ora consentito di utilizzare per alimentazione umana sono la tarma della farina (Tenebrio molitor) , la locusta (locusta migratoria ) e il grillo (acheta domestica).

Le motivazioni più importanti addotte per giustificare l’introduzione delle farine di insetto nella dieta umana: primo tra tutti la produzione di proteine nobili che sarebbero prodotte a basso costo e basso impatto ambientale.

A conferma di ciò è stato indicato un indice di conversione (quantità di mangime necessario per produrre un incremento di 1 kg di peso degli animali ) che per gli insetti sarebbe pari a 2, quindi molto basso. Un dato da verificare in quanto non abbiamo trovato conferma scientifica ma che, se confermato, risulterebbe senz’altro migliore di quello dei bovini (ca.7). Non si discosterebbe però di molto da quello dei polli (broiler) che è di 2,1 ca.( per questo dato abbiamo conferma (sperimentale ).

Secondo aspetto è l’alta percentuale di proteine totali prodotte che nelle farine di insetto supererebbe il 60% della s.s. Queste stime non tengono però conto delle proteine effettivamente assimilabili dall’organismo. Sostanze come la chitina, presenti nelle farine d’insetti, infatti, hanno come abbiamo visto l’effetto di rendere inassorbibili parte delle proteine derivate dagli insetti. Percentuali peraltro analoghe di proteine si riscontrano anche nelle farine di carne.

E’però sui costi e quindi sulla convenienza economica dell’utilizzo delle farine d’insetti che si sono accentuate le nostre perplessità: 1 kg di farina di carne costa al dettaglio sul mercato ca 2,5 – 3 euro. 1 kg di farina d’insetto non siamo riusciti a reperirla sul mercato a meno di 100, anzi per la maggioranza dei casi di attesta oggi sui 140 euro al kg!

Il costo per kg di proteine risulta quindi per le farine di carne considerando una percentuale prudenziale del 50% delle stesse) di ca. 5 -6 euro mentre sempre 1 kg di proteine di grillo (considerata una percentuale di proteine del 65%) costa oggi dai 150 ai 215 euro euro, 30 - 35 volte di più.

Molti poi sono i prodotti vegetali che contengono proteine, soprattutto le leguminose. Quello che spicca tra tutti come qualità e quantità è soprattutto la soia che ha un contenuto proteico del 36% sulla sostanza secca. Proteine con tutti gli amminoacidi essenziali che ne fanno un prodotto ricco di proteine nobili, assimilabile, da un punto di vista nutrizionale a carne e latte.

1 kg di farina di soia OGM free costa ca 75 cent., quella OGM sui 60. 1 kg di proteine ottenute dalla soia di miglior qualità, OGM free, costa poco più di 2 euro. Contro i 150 – 215 euro al kg. delle proteine ricavate da insetti.

Altro aspetto posto sulla bilancia è il consumo di acqua.

L’acqua necessaria per allevare animali o coltivare soia è senz’altro molto maggiore rispetto a quella occorrente alla produzione di insetti e questo genererebbe un più basso impatto ambientale. C’è però da dire che l’acqua che si utilizza per una cultura (ma anche per gli animali)

non va “distrutta” come si vorrebbe far intendere ma ritorna sempre, alla fine, all’ ecosistema.

Non si può quindi a mio parere parlare di un impatto ambientale maggiore ma di solo di una maggiore o minore disponibilità. Questo può creare problemi importanti in aree dove l’acqua stessa è un fattore limitante ma non nelle zone dove è presente in quantità sufficiente. La maggior indisponibilità crea senz’altro costi maggiori che sono però già conteggiati nel prezzo di vendita del prodotto finale. Che abbiamo visto essere irrisorio rispetto a quello degli insetti.

Come abbiamo visto il prezzo di acquisto delle farine di insetto è oggi davvero notevole.

Produzioni massicce di insetti ne abbasserebbero sicuramente i costi e quindi il prezzo finale del prodotto. Le differenze di prezzo così alte appaiono però, a nostro parere, difficilmente colmabili anche in questo caso.

A questo c’è da aggiungere la naturale ritrosia a consumare insetti da parte degli esseri umani, soprattutto in occidente, per i quali gli insetti non sono mai rientrati nella normale dieta.

Un aspetto poi assai grave che il provvedimento U.E. ora consentirebbe è, a nostro parere, l’introduzione quasi nascosta delle farine d’insetto nelle normali farine alimentari. Ce le potremmo trovare senza saperlo nel pane, nei biscotti ecc. Vero è che le percentuali presenti debbono per legge essere sempre indicate nell’etichetta ma quando compriamo la pasta o i cracker non andiamo sempre certo a verificare con che farine

sono prodotti, operazione invece necessariamente da compiere oggi, con l’attuale legislatura, per evitare, come abbiamo visto, eventuali problemi per la nostra salute.

E’ vero che nei paesi dell’estremo oriente gli insetti vengono mangiati da secoli, probabilmente per sopperire ad estemporanee carestie ma è anche vero che non rientrano in maniera continua nella dieta umana. Questo provvedimento invece rischierebbe di far diventare il loro consumo continuo e non saltuario. Questo è assai grave soprattutto per noi occidentali che molto meno abituati a questa dieta degli orientali.

Se infatti gli OGM sono stati criminalizzati soprattutto per le possibili allergie che potevano scatenare, dovute a cambiamenti a volte radicali nel patrimonio genetico dell’alimento e che possono crearci disturbi non essendo l’organismo abituato ad assumerli, quanto più, per le stesse ragioni, dovrebbe far preoccupare l’introduzione di una dieta a base di insetti.

Un ulteriore rilevante danno dell’introduzione degli insetti nella dieta umana sul quale non mi soffermerò sarà poi certamente arrecato anche alla nostra agricoltura ed ai nostri allevamenti. Che dobbiamo spingere a migliorare in qualità e non certo a creando concorrenze con alimenti di dubbio valore.

Alla luce di quanto finora detto facciamo davvero fatica a comprendere le motivazioni finora addotte per giustificare l’introduzione degli insetti nell’alimentazione umana. Per fortuna oggi i prezzi molto alti di queste nuove farine le rendono fortemente antieconomiche e questo potrebbe limitarne fortemente l’uso.

Per forzarne il consumo è in corso infatti da tempo una massiccia campagna mediatica. Sostenuta dall’assunto (per giustificare gli alti costi attuali) che mangiare insetti è bene per l’ambiente. Questa falsità, accompagnata da una prima liberalizzazione del consumo a livello

normativo, senza le necessarie cautele, fa pensare che vi siano alle spalle interessi economici molto importanti. Gli organismi direttivi della UE sembrano purtroppo molto suscettibili a questi condizionamenti, l’abbiamo visto di recente con il Qatar gate che è forse solo la punta di un grosso iceberg.

In generale, infatti, quando l’Ente Pubblico prende decisioni incomprensibili, inutili e a volte dannose come potrebbe essere questo caso, adducendo quasi sempre motivazioni di carattere ambientale (peraltro molto radical chic) dobbiamo metterci in allarme. E sono purtroppo molti i casi in cui questo avviene a livello comunitario.

“Come Popolo della Famiglia - conclude Domenico Gallo- ci siamo da sempre assunti la responsabilità di decriptare e mettere alla luce le motivazioni vere che sono alla base di decisioni politiche per lo meno avventate, smascherare i veri intenti di chi attua questi provvedimenti.

“Ci troverete sempre in prima linea nel far emergere i problemi davvero importanti del nostro paese come oggi l’ escalation bellica in atto, la crisi energetica ed economica indotte da volontà politiche extranazionali, la denatalità, la salvaguardia della famiglia ... “ conclude Gallo. “Problemi che vengono spesso minimizzati o peggio occultati da notizie o problematiche di poco conto mostrate come in questo caso, come essenziali all’unico scopo di celare le notizie vere”.

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27/01/2023
0112/2023
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