Società
di Mirko De Carli
MEGLIO LE CORNA DI PAOLI DEL BACIO ARCOBALENO DI FEDEZ
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Ormai hanno davvero stufato: è sufficiente leggere i commenti menzionati sotto gli articoli di stampa che raccontano il bacio arcobaleno tra Fedez e Rosa Chemical per comprendere quanto gli italiani abbiamo superato l’assuefazione da questi imprevisti pilotati dalla macchina comunicativa a guida Gay 1. Se, fino a poco tempo fa, un gesto del genere avrebbe destato scandalo o scalpore ora genera noia per la rindonante ripetitività con cui si propone un copione trito e trito a tal punto che, per primi gli stessi giornali sulle loro pagine web, si infiammano per spostare l’attenzione sulla presunta reazione della Ferragni. Si, parrebbe che l’influencer moglie del cantante rap lo avrebbe rimproverato sul palco sanremese per un gesto inopportuno e fuori luogo.
Come? Si celebra Chiara la bigotta che tira le orecchie al trasgressivo Fedez e si svia dall’ennesima pernacchia ai richiami della dirigenza RAI che il cantante ha messo in campo persino durante la serata finale del Festival? Ebbene accade proprio così. Le ragioni? Molto semplici: la narrazione lgbtq ha stufato e invece che attirare pubblico lo allontana dallo schermo rischiando di arrecare danni agli indici di ascolto. Finché i messaggi a tinte arcobaleno non comportavano flessioni in termini di pubblico nessun problema, ora che tanti (troppi) telespettatori cominciano a valutare la possibilità di cambiare canale l’urgenza delle istanze omosessuali non assumono più i contorni urgenti prospettati come irreversibili fino a poco tempo fa.
Il tutto quindi si cerca di “appallottolarlo” come una bischerata di Rosa Chemical: falso, come ogni “evento avverso” che accade sul palco dell’Ariston. Il gesto era evidentemente preparato a tavolino tra i due artisti solo che non era prevista la reazione sdegnata da tanta parte di pubblico per cui si è dovuti correre ai riparte puntando il riflettore sulla reprimenda bacchettona della Ferragni nazionale.
Ciò che più distruba è il copione scontato e mal recitato dai due artisti che rivalutano la presenza “barcollante” di Gino Paoli: chiunque si e potuto accorgere delle difficoltà fisiche e vocali del cantautore genovese ma tutti hanno sorriso e sentito come spontanee (guardate i tentativi di “tappargli” la bocca di Amadeus e Morandi) le sue esternazioni sulle “corna” subite da Little Tony e a lui confidate durante un Cantagiro. Non si è sentita nessuna femminista di turno criticare il maschilista Paoli ma il paese si è unito in una crassa risata collettiva paragonabile a quella udibile negli anni settanta e ottanta durante la visione di un film di Alvaro Vitali o Jerry Calà.
Meglio la verità delle corna di Paoli che la menzogna banale e scontata del bacio gay tra Fedez e Rosa Chemical: il tentativo di rappresentare un paese che non esiste fallisce per l’ennesima volta e il tonfo, oltre ad essere clamoroso, si avverte finalmente in tutte le sue sfaccettature piu nascoste. L’Italia razzista, piena zeppa di coppie omosessuali e filo Ucraina prospettata dall’Ariston è una rappresentazione astratta che stona decisamente con la realtà dei fatti: un paese normale con famiglie normali, di certo non razziste e forse ben più avvezze a un piccolo tradimento che all’orgoglio gaio esibito in pubblico.