Società
di Giuseppe Bruno
Solo una questione di gusto
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Le polemiche, soprattutto politiche, montano, ma solo nel Centrodestra che però rappresenta la maggioranza che governa, mentre la Sinistra, col codazzo dei giornaloni compiacenti, come al solito più è imbarazzata (per l’ “improvvisato” tentativo di volgare propaganda politica a suo favore in fase di silenzio preelettorale) più alza la voce. In realtà uno spettacolo come quello di Sanremo dovrebbe soprattutto piacere, come un bel piatto cucinato da uno chef veramente esperto. Quello che invece manca sempre più al nostro festival nazionale (di quale nazione?) è proprio quello: il gusto. Infatti alla base di tutti i tentativi di sdoganare i “cavalli di battaglia” del “politicamente corretto” c’è un pesante cattivo gusto che rende il “piatto” sempre più indigesto, se non peggio. E così dovrebbe essere per chi è di Sinistra, di Destra o di Centro. Infatti di fronte ad un piatto cattivo non ci sono tendenze politiche che tengano si rigetta senza eccezioni di sorta. Tranne che a furia di vederli gustare dall’influencer di turno – o perché lo vuole l’Europa - non ci si abitui a mangiare persino gli insetti più ripugnanti (speriamo non sia una profezia!). Si vuol sdoganare la droga, l’aborto, l’eutanasia, il matrimonio gay, la famiglia arcobaleno, l’utero in affitto, la poligamia e tutti i temi del “politicamente corretto”? Tutto si può fare, ma cerchiamo almeno di salvare il gusto. Mettere tutto ciò insieme in un “piatto” come Sanremo, come è accaduto con record di cattivo gusto quest’anno, significa che lo “chef” ha perso il senso della misura, che ha sbagliato gli ingredienti e le dosi e soprattutto che ha omesso di assaggiare il risultato finale contando sul fatto che “Sanremo è Sanremo!” e tutto passa in cavalleria. Ma è proprio così? Lasciando stare il non rispetto della “par condicio” nell’imminenza delle elezioni che, se l’Italia è ancora un Paese democratico, dovrebbe avere serie conseguenze sui vertici della Rai (TV, ricordiamocelo, di stato finanziata coi nostri soldi) credo, comunque di no, credo e spero che non sarà così. Credo invece che chi ha avuto la sventura di vederselo tutto “Sanremo” fino alla fine, se non ha avuto una sorte peggiore, abbia fatto almeno nella notte gli incubi tipici dell’indigestione grave e dentro di se abbia detto “ma chi me l’ha fatto fare, in quel “ristorante” non torno più!”.