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di Simona Trecca
Che cos’è il cristianesimo di Benedetto XVI
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Pubblicato postumo per volontà dello stesso papa emerito, l’ultimo libro di Benedetto XVI si impone con delicatezza e misericordia, nello stile che l’ha sempre contraddistinto non rinunciando ad annunciare la Verità senza sminuirla per compiacenza. (Che cos’è il cristianesimo , quasi un testamento spirituale, Mondadori editore, pp.190, euro 20,00). A cura del teologo e scrittore Elio Guerriero che firma anche la premessa del libro e dell’ex segretario personale Georg Gänswein.
Principalmente è una raccolta di testi, articoli alcuni inediti, interviste già pubblicate o scambi epistolari raccolti in questo libro che in maniera organica danno vita al pensiero di Benedetto XVI su cos’è il cristianesimo.
Il titolo infatti non prevede il punto interrogativo perché non è una domanda e non è un libro che interroga. Dopo tutta una vita spesa per Dio, per la Chiesa Cattolica, per Gesù Cristo, Benedetto XVI vuole mettere un punto. Ma non il suo, quello di Dio alla luce della sua Parola . E lo fa con una delicatezza che emoziona.
Non è un libro per tutti. Io stessa ne sto scrivendo indegnamente e me ne scuso in anticipo. E’ secondo me per “gli addetti ai lavori” perché presuppone un’ampia conoscenza documentale e storica della Chiesa Cattolica e non solo. Fitte e di elevata cultura sono le note alla fine del libro così come i riferimenti bibliografici molti in lingua tedesca.
Dal primo all’ultimo capitolo molti i temi trattati da Le religioni e la fede cristiana in cui il papa emerito definisce la religiosità in rapporto agli dei e a Dio : «L’intera contesa della storia delle religioni tra Dio e gli dei non termina con il fatto che Dio stesso alla fine svanisca come un feticcio. Termina invece con la vittoria dell’unico vero Dio sugli dei che non sono Dio. Termina conseguentemente con il dono dell’amore che presuppone l’essere persona di Dio. Pertanto, anche per l’uomo termina con il fatto che egli diventa persona pienamente nell’accettare e nel trasmettere di essere amato da Dio.» agli Elementi fondamentali della religione cristiana in cui tutta la storia del popolo di Israele è interpretata nel dualismo della fedeltà/infedeltà, monoteismo/politeismo, sacro/pagano, divino/umano, per portare il lettore gradualmente alla consapevolezza, che Dio sta al di sopra di tutte le realtà umane. E in ogni epoca riconoscere questo vuol dire scontrarsi con uno stato moderno che in nome di una tolleranza universale, si contrappone invece a tutto ciò che è cristiano: «L’intolleranza di questa apparente modernità nei confronti della fede cristiana ancora non si è trasformata in aperta persecuzione e tuttavia si presenta in modo sempre più autoritario, mirando a raggiungere, con una legislazione corrispondente, l’estinzione di ciò che è essenzialmente cristiano.»
Si passa per Ebrei e cristiani in dialogo in cui Benedetto XVI riferendosi in paralleli storici e biblici all’Antico e al Nuovo Testamento racconta la nascita del cristianesimo dalla identità ebraica, ne evidenzia le differenze e i limiti riconoscendone tuttavia l’unità: «A questo punto teniamo fermo che giudaismo e cristianesimo si sono sviluppati l’uno dall’altro in un processo difficile e si sono formate in due comunità diverse. Nonostante però, gli scritti autoritativi in cui è formulata l’identità propria a ciascuno, con il comune fondamento dell’Antico Testamento come Bibbia comune essi restano uniti tra di loro.»
Per finire a Temi di teologia dogmatica dove qui Benedetto XVI dà il massimo della sua paternità verso i lettori, smontando tesi in contraddizione con lo stesso cristianesimo per riaffermarne tutta la validità.
Come un padre che negando una cosa al figlio ne spieghi anche i motivi ottenendo il consenso del figlio stesso. Si prosegue con le riflessioni che riguardano il sacerdozio cattolico dalla sua nascita alla sua caratteristica principale quella del celibato passando per il significato della comunione.
E Temi di teologia morale in cui l’autore tratta nello specifico degli abusi sessuali all’interno della Chiesa e lo fa toccando vari argomenti tra i quali la formazione nei seminari, evidenziando l’obbligo che dall’essere cristiano deriva ovvero proteggere la fede richiamando il famoso versetto di Marco (9,42) e reinterpretandolo alla luce dell’oggetto da difendere.
L’ultimo capitolo Contributi Occasionali è principalmente un omaggio alla figura di San Giovanni Paolo II in cui ricorda i cento anni dalla nascita di cui Benedetto XVI ne è il diretto successore e del gesuita Padre Alfred Delp di cui ricorda i 75 anni dalla sua morte.
Ma Benedetto XVI ha voluto lasciare per ultimo finché ne godessimo pienamente il paragrafo sul silenzio di San Giuseppe , intervista concessa a Regina Einig il primo aprile del 2021 in “ Die Tagespost Forum” in cui esprime dei concetti sul padre putativo di Gesù che basterebbero da soli a dare vita a delle catechesi o a libri preposti : «Anche questo silenzioso non voler apparire è caratteristico e mostra molto chiaramente che egli con la formazione della Sacra Famiglia ha preso su di sé un servizio che richiedeva una grande capacità decisionale e organizzativa, insieme tuttavia a una grande capacità di rinuncia. Il suo silenzio è al contempo la sua parola.»
E’ in silenzio infatti che vorrei concludere questo mio umile pensiero su questo libro. Davanti a tanto amore per Dio e alla sua Parola, davanti a tanto gratuito servizio per la Chiesa di Dio, davanti a tanta Sapienza ispirata e acquisita io non ho altre parole per descrivere la mia personale ammirazione e riconoscenza per la figura di Benedetto XVI e per Dio che lo ha donato all’umanità intera.