Chiesa
di Tommaso Ciccotti
Lucca ricorda i martiri giapponesi
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“Ricordare i missionari martiri e i cristiani nascosti non è solamente prestare un tributo a una storia gloriosa, ma riveste una singolare attualità: infatti la Chiesa-in-uscita auspicata da Papa Francesco non potrà svilupparsi se nel popolo di Dio si affievoliscono la stima per il dono prezioso della fede e lo zelo per la missione. Oggi, come nel Giappone di quei tempi, è il momento del coraggio”. Scrivono così l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti e la professoressa Olimpia Niglio, docente all’Università di Pavia, presentando l’iniziativa culturale Thesaurum fidei”, ovvero “Il Tesoro della fede”, che si svolgerà dal 6 al 31 maggio prossimo a Lucca e della quale sono coordinatori.
L’evento prevede un convegno internazionale che si svolgerà nelle giornate del 6 e 7 maggio presso il Palazzo Ducale di Lucca con la partecipazione di oltre venti studiosi provenienti da prestigiosi istituti culturali vaticani, giapponesi, statunitensi, tedeschi e italiani. Dall’8 maggio invece, proprio nella data in cui si celebrano i 450 anni dalla nascita nel 1573 del Beato Angelo Michele Orsucci, domenicano martirizzato a Nagasaki nel 1622, prenderà il via una mostra su più sedi con esposizioni ( Biblioteca statale, Archivio di Stato, Archivio storico diocesano chiesa di San Cristoforo) di documenti d’epoca, un’ampia serie di pannelli didattici, e ricostruzioni di ambienti e oggetti.
Obbiettivo dell’iniziativa è gettare una nuova luce sul processo di evangelizzazione del Giappone che, iniziato con successo nel 1459 grazie all’opera di San Francesco Saverio, incontra una violenta battuta d’arresto quando, successivamente alla presa del potere dello shogun Tokugawa, nel 1612 viene promulgato il Kinkyo-rei, ovvero il bando del cristianesimo dal Giappone, ed inizia una stagione di sistematica e radicale persecuzione che durerà oltre 250 anni
.Da allora i missionari continuarono ad agire nascostamente senza paura del martirio per tenere accesa la fiamma della fede. Tra questi brilla la testimonianza di fra’ Angelo (Michele) Orsucci che in Giappone sbarca nel 1618: qui viene scoperto e detenuto per quattro anni. Durante la prigionia scrive ai familiari: “sono contentissimo per il favore che Nostro Signore mi ha fatto e non cambierei questa prigione con i maggiori palazzi di Roma”.