Società

di Roberto Signori

La fiera dei bebè in provetta ci riprova

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A volte ritornano: uguale la sede (lo spazio espositivo per eventi EastEnd Studios di via Mecenate a Milano). Identica la data: il terzo weekend di maggio, sabato 20 e domenica 21. Cambia solo il nome, che nel 2022 era “Un sogno chiamato bebè” e quest’anno invece è “Wish for a baby”, desiderio di un bambino. Si tratta della fiera della maternità in provetta e delle tecniche di procreazione assistita che già abbiamo visto in tante capitali europee, da Amsterdam a Parigi, passando per Berlino, Colonia e Monaco. Finora non a Milano: perché nel 2022 la fiera era stata annullata dopo che in molti avevano protestato, movimenti femministi in testa.

Nel sito che presenta la rassegna, c’è da dire, si va con i piedi di piombo: della Gravidanza per altri, di cui è vietata in Italia non solo la pratica ma anche la pubblicizzazione, non si accenna nemmeno. Si parla di “esperti e cliniche” pronte a consigliare gli aspiranti genitori “per creare la speranza e l’apprendimento positivo” (sic). Nel fine settimana i visitatori potranno visitare la “zona terapeutica”, avere incontri diretti con gli esperti, partecipare a seminari e fare domande agli operatori.
Entrerà la Gpa, contestata dalle sigle che si battono per la dignità della donna, in tutto questo? Ufficialmente no. Ma è lecito dubitare, se l’esperienza del passato insegna qualcosa: alla analoga fiera “Desir d’enfant”, che si è svolta a Parigi nel settembre 2021, Avvenire documentò che la Gpa era ampiamente presentata seppure la sua pubblicizzazione sia vietata anche in Francia.

Intanto possiamo confermare che tra gli sponsor della rassegna compare una “community” che tra i suoi servizi offre anche consulenze dettagliate per intraprendere la surrogazione di maternità. “Servizio” vietato Italia.

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18/04/2023
0112/2023
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