Politica

di Roberto Signori

Portogallo ed eutanasia

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La Conferenza episcopale portoghese esprime “profondo rammarico” per la legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito da parte dell’Assemblea della Repubblica nel Paese, promulgata il 17 maggio dal Presidente della Repubblica, dopo l’approvazione venerdì scorso 12 maggio dalla maggioranza assoluta dei deputati. “La vita umana è indifesa e subisce un grave attacco al suo valore e alla sua dignità”, affermano i vescovi, sottolineando che con la legalizzazione dell’eutanasia “si infrange il principio fondamentale dell’inviolabilità della vita umana e si aprono porte pericolose per un ampliamento delle situazioni in cui si può chiedere la morte assistita”.

L’episcopato portoghese ricorda in una nota le parole di Papa Francesco nell’udienza del 13 maggio scorso in Vaticano con l’UMOFC, quando, dopo la conferma parlamentare sulla morte medicalmente assistita, ha detto: “Oggi sono molto triste, perché nel Paese dove è apparsa la Madonna è stata varata una legge per uccidere. Un ulteriore passo nella lunga lista di paesi con eutanasia”. “Con la depenalizzazione dell’eutanasia - si legge nel comunicato - la vita umana è priva di protezione e subisce un grave attacco al suo valore e alla sua dignità. La morte è ora presentata come una soluzione al dolore e alla sofferenza, invece di promuovere cure palliative umanizzanti fino al termine naturale della vita”.

I vescovi ribadiscono ancora una volta “l’appello alle famiglie e agli operatori sanitari, ai quali deve essere sempre garantita l’obiezione di coscienza, a respingere con decisione le possibilità aperte dalla legalizzazione dell’eutanasia”. “Nella certezza che l’entrata in vigore di questa legge rappresenti un chiaro scacco di civiltà - concludono -, manteniamo l’auspicio che essa possa essere revocata e che la vita umana, che è un dono inestimabile, sia nuovamente valorizzata e difesa in tutte le sue fasi”.

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19/05/2023
0206/2023
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