Storie
di Nathan Algren
Cina - Registro on line di preti
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Da oggi nella Repubblica popolare cinese un registro on line raccoglie le informazioni su tutti i religiosi cattolici, protestanti e musulmani “che sono stati riconosciuti secondo la legge”. Un’operazione presentata dall’Amministrazione statale per gli affari religiosi (Sara) come un’“apertura” nella gestione degli affari religiosi e un servizio ai fedeli per smascherare i “truffatori”. Anche se - essendo un servizio a cui si può accedere solo identificandosi attraverso il proprio numero di telefono - sarà di fatto anche un ulteriore strumento di controllo sull’attività religiosa in Cina. Oltre, evidentemente, a screditare anche tutti quei sacerdoti legittimamente ordinati nelle comunità sotterranee e che, in coscienza, si sono opposti alla registrazione negli organismi ufficiali controllati dal Partito comunista cinese.
Il registro operativo da oggi segue uno strumento analogo a quello che era stato introdotto il 22 febbraio per verificare l’identità dei monaci buddhisti e taoisti. L’identità dei religiosi è verificabile sia dal sito dell’Amministrazione statale per gli affari religiosi sia da quello dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi e degli organismi analoghi per le comunità protestanti e musulmane. Per ogni religioso su cui viene effettuata una ricerca si apre una schedina in cui - insieme ai dati anagrafici, al titolo religioso e al numero della registrazione ufficiale - appare anche una fotografia.
L’utilizzo delle app come ulteriore strumento di controllo dell’attività religiosa in Cina è un’eventualità tutt’altro che remota. Va ricordato che – come denunciato nello scorso mese di marzo - nell’Henan i fedeli di ogni credo sono già obbligati a registrarsi per poter assistere alle funzioni religiose: vale per chiese, moschee come templi buddhisti. Devono riempire un modulo disponibile sull’applicazione “Religione intelligente”, sviluppata dalla Commissione provinciale per gli affari etnici e religiosi. La compilazione richiede l’indicazione di dati come nome, telefono, carta d’identità, residenza permanente, occupazione e data di nascita.
Quanto alla prevenzione delle “truffe” da parte di “finti religiosi”, proprio ieri China Aid denunciava il caso di tre donne cristiane - Li Bingrong, Xie Lihong e Huang Qiuyan – arrestate per sospetto di “frode” nella città di Suining, nella provincia del Sichuan. Secondo quanto riferito, tutti e tre lavoravano per una banca e aiutavano semplicemente a depositare e trasferire donazioni per un’organizzazione cristiana. L’accusa di frode è uno dei volti della persecuzione contro le “chiese domestiche”, cioè le comunità di matrice evangelica non ufficialmente registrate. I funzionari del Partito comunista rivolgono questa accusa a molti pastori e credenti laici per limitare ogni attività estranea alle comunità “ufficiali”.