Storie

di Nathan Algren

Morto padre Charbonnier, testimone della rinascita della Chiesa in Cina

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La Chiesa in Cina piange oggi la morte di un grande amico e collaboratore prezioso: il missionario francese p. Jean Charbonnier, delle Missions Etrangères de Paris (Mep). È scomparso ieri mattina all’età di 91 anni nella casa dell’istituto a Lauris, in Francia. Con lui se ne va un grande testimone della rinascita delle comunità cattoliche cinesi dopo la durissima esperienza della persecuzione negli anni della Rivoluzione culturale.

Missionario a Singapore fin dal 1959, proprio qui aveva studiato il mandarino e iniziato a svolgere il suo ministero al servizio delle comunità cinesi. Ma p. Charbonnier è diventata una figura cruciale nella stagione della ripresa dei rapporti con le Chiese in Cina, iniziata con le prime aperture degli anni Settanta. A lui nel 1980 le Missions Etrangères de Paris affidarono la direzione del “Service Chine”, con il compito di provare a riprendere i contatti con le comunità locali in 14 diverse diocesi che all’inizio degli anni Cinquanta ben 250 missionari dell’istituto erano stati costretti ad abbandonare per l’espulsione decretata da Mao.

In questo sforzo il nome di p. Charbonnier è associato nella memoria a quello di altri tre grandi missionari-sinologi di altri istituti che avevano vissuto la stessa esperienza: insieme a p. Angelo Lazzarotto (italiano del Pime), p. Jerome Heyndricks (belga dei missionari di Scheut) e al verbita polacco Roman Malek (scomparso nel 2019) venivano chiamati “la banda dei quattro”, con un accostamento ironico ai quattro leader del Partico Comunista cinese arrestati nel 1976 in quella che segnò la fine della Rivoluzione culturale. Molto stretta fu anche la collaborazione e l’amicizia con p. Giancarlo Politi, missionario del Pime scomparso anche lui nel 2019.

P. Charbonnier è ricordato per la “Guida alla Chiesa cattolica in Cina”, uno strumento prezioso da lui redatto a partire dai suoi viaggi nelle diverse province cinesi. Pubblicata per la prima volta nel 1986 in inglese e in mandarino - e poi aggiornata in diverse edizioni fino al 2008 - è stato un punto di riferimento imprescindibile per facilitare l’incontro tra le comunità cattoliche della Cina continentale e quanti giungevano in visita dall’esterno. Al 1992 risale invece la sua Histoire des Chrétiens de Chine, poi aggiornata dieci anni più tardi. Una storia delle radici profonde della fede cristiana in terra cinese, dalla stele di Xi’an fino alla morte e resurrezione del XX secolo. “La loro fede cristiana - scriveva nell’introduzione – è la fede dei loro antenati. Ancora fragile nella prima e seconda generazione, ma poi incardinata nella tradizione familiare in virtù dello stesso principio cinese della pietà filiale”. Cristiani - aggiungeva - che “sono di cultura cinese e non c’è affatto bisogno che siamo noi a dimostrarlo”. E se sono ancora trattati da stranieri “è solo perché appartengono a un Regno che non è di questo mondo. Ma questo non impedisce loro di proseguire con coraggio il loro impegno e di operare attivamente al rinnovamento della propria società”.

Nel settembre 1993, infine, p. Charbonnier da Singapore era stato richiamato in Francia alla sede centrale delle Missions Etrangères de Paris con un altro compito prezioso per la Chiesa in Cina: accompagnare i seminaristi che dalle diocesi della Cina continentale sarebbero iniziati ad arrivare in Francia per studiare. Anche in questo fu pioniere, accogliendo nel 1994 i primi quattro, provenienti dalle diocesi di Shanghai e Wuhan. Un altro seme gettato da questo missionario che oggi sta portando frutti in Cina.

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28/06/2023
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