Società
di Giuseppe Udinov
Aumentano gli immigrati cittadini italiani
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Nel 2022 hanno acquisito la cittadinanza italiana 133.236 stranieri (50,9% donne, 49,1% uomini), il 9,7% in più rispetto al 2021, anno in cui si sono registrati 121.457 nuovi cittadini italiani. A rivelarlo sono i dati Istat in base ai quali, in media,
1 straniero su 38 è diventato cittadino italiano nel corso del 2022.Nell’ultimo decennio si è passati dai minimi del 2012 (65.383) ai picchi del 2015 con 178.035 e del 2016 con 201.591 acquisizioni, per poi scendere a 146.605 nel 2017 e a 112.523 nel 2018, prima di risalire, anche se lentamente, durante gli ultimi quattro anni.
Sul totale degli immigrati, in Italia la distribuzione di genere è equilibrata dato che ci sono 95 donne ogni 100 uomini. Il bilanciamento generale cela però forti squilibri all’interno delle specifiche collettività: per ucraini e russi la componente femminile supera il 75% della presenza totale, alcune collettività, come quelle del Bangladesh, egiziana e pakistana, risultano invece sbilanciate al maschile e la percentuale di donne si aggira tra il 28% e il 34%
.Nel 2021, in Italia, aveva un permesso di soggiorno valido il 47% dei migranti entrati nel Paese nel 2007. Gli ucraini sono i più stabili sul territorio, i cinesi i meno stabili. Di questi ultimi solo il 6,8% ha ottenuto la cittadinanza italiana tra il momento dell’ingresso, il 2007, e il 2021.
Tra chi è arrivato in Italia nel 2012 o nel 2016 la quota di chi ha un documento ancora valido al 1° gennaio 2021 si aggira intorno al 35%. Una tendenza molto interessante è sottolineata da integrazionemigranti.gov secondo cui la propensione a stabilirsi in Italia è più bassa tra gli immigrati arrivati in Italia nell’ultimo decennio.
In base agli ultimi dati disponibili di Eurostat, che si riferiscono al 2021, la Svezia è il Paese europeo con il più alto tasso annuo di acquisizione di cittadinanza, pari a 1 ogni 10 stranieri residenti, seguita dai Paesi Bassi (1 ogni 19) e dalla Romania (1 ogni 22).
In questa speciale classifica l’Italia si posiziona al nono posto e dal 2014 al 2021 è sempre oscillata fra il quinto e il decimo posto per rapporto tra stranieri residenti e stranieri che acquisiscono la cittadinanza.
Più da vicino, i dati Eurostat ci dicono che nel 2021 2,3 milioni di persone sono immigrate nell’Unione europea da Paesi extracomunitari e 1,4 milioni di persone che precedentemente risiedevano in uno Stato membro Ue si sono trasferite in un altro Stato membro, per un totale di 3,7 milioni di immigrati internazionali.
Nel 2021, il maggior numero di persone immigrate è stato registrato in Germania (874.000 persone, il 23% di tutti gli immigrati negli Stati membri dell’UE), Spagna (529.000, il 14%), Francia (336.000, il 9%) e Italia (318.000, il 9%). Gli immigrati in questi quattro Stati membri rappresentano il 55% del totale Ue nel corso del 2021. Slovacchia (6mila, lo 0,2% di tutti gli immigrati in Ue), Lettonia (13mila, lo 0,3%), Malta (18mila, lo 0,5%) ed Estonia (20mila, lo 0,5%) hanno registrato il minor numero di immigrati.
Una grande maggioranza degli immigrati è costituita da non cittadini in molti Stati membri. Nel 2021, riporta ancora l’Istituto europeo di statistica, oltre la metà degli immigrati era non cittadino in 22 dei 27 Stati membri. Le percentuali più elevate sono state osservate in Repubblica Ceca (96%), Lussemburgo (94%) e Austria (92%). D’altra parte, in Romania, il 77% degli immigrati nel 2021 aveva la cittadinanza nazionale, seguita da Portogallo (75%) e Slovacchia (65%).