Storie
di Tommaso Ciccotti
Il Palazzo della Cancelleria apre i suoi tesori
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Percorrendo corso Vittorio Emanuele, andando verso San Pietro, a pochi passi da Campo dei Fiori, in Campo Marzio, lo sguardo viene catturato da un palazzo dalle forme simmetriche e compatte. La severità dei volumi, che lo rendono simile a una fortezza, è però addolcita dal candore delle sue facciate, dalle iscrizioni e dalle decorazioni che ritmano i piani in modo discreto. È il Palazzo della Cancelleria. Nel tempo, ha mutato le sue funzioni: residenza del cardinale che lo fece costruire, Raffaele Riario, nipote di Sisto IV, poi sede della Cancelleria Apostolica, quindi, ai nostri giorni, Penitenzieria Apostolica, Segnatura Apostolica e Rota Romana. Il palazzo ingloba la basilica di San Lorenzo in Damaso, risalente a Papa Damaso I, nell’ultimo ventennio del IV secolo, una delle più antiche di Roma.
Tanta simmetria e rigore non traggano in inganno: questo palazzo racchiude un vero e proprio palinsesto di fasi, a partire dall’epoca romana e che sale nelle stratificazioni attraverso il tardo antico fino all’epoca rinascimentale, momento della sua progettazione alla fine del XV secolo, e ancora con i rifacimenti del Novecento.
L’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha promosso una visita guidata, aperta ai giornalisti per mostrare le bellezze di uno dei palazzi più prestigiosi di Roma.
Monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa, ha introdotto questa giornata, richiamando le parole di Papa Francesco che invitano alla trasparenza: “Ma la trasparenza non consiste soltanto nella pubblicazione del bilancio, non si ferma alla ‘quantità’ ma mostra anche la qualità di ciò che viene custodito. Si tratta di un passo avanti”, dice Galantino.
Un passo avanti attuato attraverso una diffusa comunicazione, attraverso il Dicastero per la Comunicazione che, ha ricordato il direttore Andrea Tornielli nel suo saluto, nel 2020 ha già realizzato un video e la pubblicazione di un volume, edito dalla LEV, sui restauri che hanno impegnato gli architetti vaticani per quattro anni.