Media
di Mario Adinolfi
ANCORA IN TV, PERCHÉ?
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Stasera (ieri sera) parte da Dritto e Rovescio di Del Debbio la mia ennesima stagione televisiva. Sono più di trent’anni ormai da quando Maurizio mi chiamava al suo Costanzo Show e già allora c’era chi arricciava il naso: “Non andare in quelle trasmissioni, sono un circo”. Il talk di Paolo come quello di Costanzo hanno in comune un dato: ora come allora sono la trasmissione di quel genere che fa i massimi ascolti pur avendo molte imitazioni.
Negli ultimi 12 mesi sono stato da tutti, da Vespa e da Giletti, da Mentana e da Formigli, persino dalla Bortone e da Brindisi. Dopo trent’anni ho provato a mettere in fila le trasmissioni ideate e condotte (Settimo Giorno per Raiuno, Pugni in Tasca per Mtv, Settanta in Due con Daniele Capezzone per Rcf, Contro Adinolfi per Nessuno Tv, Finimondo e Morning Show per Red Tv, Segni dei Tempi per Byoblu) con le infinite a cui ho partecipato senza contare l’esordio a Doppio Slalom nel 1985 (Maurizio Costanzo Show, Porta a Porta, l’Arena, Non è l’Arena, Agorà, Grazie al cielo sei qui, Omnibus, Mattino Cinque, il Tornasole, Unomattina, L’Italia in diretta, La vita in diretta, Storie italiane, Pomeriggio Cinque, Domenica Live, L’Aria che Tira, Piazza Pulita, Ballarò, Samarcanda, Il Rosso e il Nero, le Iene, Tetris, Otto e Mezzo, Coffee Break, Cartabianca, Zona Bianca, l’Istruttoria, Exit, Tagadà, Dritto e Rovescio più tutti i tg, gli approfondimenti dei tg e gli spazi della par condicio sotto elezioni) per giungere alla conclusione che ho sempre e solo scelto la tv fatta di parole, non a caso poi molta popolarità mi è arrivata con la radio sia per i programmi da me condotti (su tutti Il Mormorio di un vento leggero) che per quelli a cui ho assiduamente partecipato (su tutti la Zanzara).
Quando provarono a farmi deviare percorso, offrendomi una montagna di soldi per un reality show di prima serata, sulle prime cedetti sedotto dal denaro, e infatti la notizia della mia sorprendente partecipazione si diffuse rapidamente su tutti i giornali dell’epoca, poi in extremis però mi ritrassi e rinunciai ai soldi e al reality. Ancora oggi c’è chi mi rimprovera. Già perché poi c’è sempre chi critica, chi ti dice che vai troppo in tv, chi ti dice che ci vai troppo poco, chi dice che non bisogna frequentare “i pollai”, chi dice che certe trasmissioni sono “squalificanti” ma poi quando mi prendo due o tre mesi di pausa vengono a dire “non ti vedo più in tv, come mai?”.
Io credo di aver scelto una modalità equilibrata di fare televisione con un obiettivo preciso: far risuonare le mie idee, senza nessun cedimento alla vanità della tv. Non curo il look, non frequento lo star system, non tesso relazioni, non cerco padrini. Ho attraversato trent’anni di televisione senza che nessuno possa mai dire “Adinolfi è protetto da”. Mi sono mantenuto totalmente libero e quasi scostante, non faccio comunella, non ho amici “televisivi”. Sono protetto solo dalle mie idee, da Dio che mi ha donato una modalità chiara e sintetica di esporle. Sono antipatico a moltissimi e vado ancora in tv perché nonostante tutte le rivoluzioni della comunicazione solo con la tv generalista le mie idee arrivano contemporaneamente a milioni di persone, non c’è mezzo altrettanto potente. Sono grato a chi, nonostante i miei spigoli, continua ad accendere sulle mie idee la telecamera per mandarle in onda (anche perché la nettezza fa ascolto). Ricordo che vidi don Oreste Benzi al Maurizio Costanzo Show e appresi lì la sua battaglia per togliere le donne dalla schiavitù della prostituzione. Mi convinse immediatamente e in questa foto con alle spalle Maurizio sto discutendo con il figlio di Mina, Massimiliano Pani, della mia posizione contraria alla riapertura delle case chiuse. Il pubblico del teatro Parioli mi contestò. Scoprii il meraviglioso gusto di prendere lo spettatore contropelo.
Stasera da Del Debbio la presidente di Arcigay, un esponente del Pd di Elly Schlein e altri discuteranno se certe idee (le mie) siano o no pericolose. Io non so se siano pericolose, so che ho dedicato la vita a farle passare anche in maniera urticante attraverso quella scatola ormai piatta che tutti avete in salotto. E spero di non aver del tutto sprecato il mio tempo e le mie parole. Poi, domani, mi saprete dire.