Politica

di Mario Adinolfi

IL “MODELLO UNGHERESE” È IL REDDITO DI MATERNITÀ

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Giorgia Meloni a Budapest ha reso omaggio al “modello ungherese sulla natalità” di Viktor Orban. Cos’ha fatto il cattivissimo leader sovranista di Fidesz? È andato al potere nel 2010, nel 2011 si è accorto che il tasso di natalità degli ungheresi di 1.2 figli per donna li avrebbe fatti presto fagocitare e ha spostato il 5% del Pil (in Italia sarebbero 95 miliardi di euro, attualmente per la famiglia nel nostro Paese se ne spendono 16) sul sostegno finanziario alla natalità che è nello specifico il sostegno alla donna madre. Quello che da noi proponiamo da sette anni, insomma, come reddito di maternità. Effetto delle politiche di Orban sulla natalità ungherese negli ultimi dieci anni: +27%. In Italia dieci anni di chiacchiere e -14% con record di denatalità battuti anno dopo anno.

Informo il ministro Roccella che anche dopo i suoi provvedimenti in finanziaria di fine 2022 nulla si è mosso (anche perché ricalcavano assegni unici e altre fregnacce del triopolio Draghi-Conte-Pd) e Istat ci dice che nei primi 5 mesi del 2023 sono nati meno figli ancora del già disastroso 2022: 148.249 contro 150.315. Il ministero della natalità il primo anno ha fallito il suo obiettivo e fallirà sempre finché non farà quello che dice da anni il Popolo della Famiglia: bisogna dare soldi alle madri.

Nel modello ungherese le madri possono avere tre anni di maternità (le madri, non i padri che hanno solo 5 giorni di congedo); le donne under 40 che si sposano ottengono subito 31.150 euro dallo Stato e un terzo del debito si cancella dopo il secondo figlio, dopo il quarto figlio le madri non pagano più tasse sui redditi se si dedicano alla loro crescita (comprano e affittano un appartamento? Zero tasse). Proprio per l’acquisto di appartamenti arrivano quasi 20.000 euro a fondo perduto e altri 8.000 per comprare una macchina sette posti. Nel 2020 in Costituzione si è fissato ovviamente che la famiglia è quella tra uomo e donna uniti in matrimonio (come prevede l’articolo 29 della nostra Costituzione, che non specifica uomo e donna solo perché nel nostro ordinamento la parola matrimonio fa riferimento a un istituto giuridico che riguarda solo uomo e donna). Noi proponiamo 96.000 euro in otto anni alle donne che vogliono fare le madri, riconoscendo la funzione lavorativa e sociale della maternità, più o meno con i costi siamo lì. Peraltro l’investimento sulla famiglia ha comportato in Ungheria anche una crescita dell’occupazione femminile.

Altre vie per far ripartire la natalità, cara Meloni, non ci sono. Lo sai bene e ora hai anche i dati della tua prima fallimentare finanziaria in materia, che vede la natalità regredire anziché crescere nonostante il ministero apposito e le tante chiacchiere. Se vuoi veramente cambiare le cose come hai detto a Budapest ci chiami e ti diciamo anche con precisione da dove prendere i soldi (davvero il nostro Paese ha bisogno di spendere 190 miliardi nel corso di una legislatura per armi e struttura militare?). Il testo della nostra proposta di legge intitolata “Istituzione dell’indennità di maternità per le madri lavoratrici nell’esclusivo ambito familiare” è pubblicato sul numero 262 della serie generale della Gazzetta Ufficiale del 10 novembre 2018. Non ci offendiamo se copiate.

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