Chiesa

di Giampaolo Centofanti

Don Centofanti: Vangelo e commento di lunedì 18 settembre

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

Lc 7,1-10 Lunedì 18 settembre 2023, XXIV settimana del Tempo ordinario, anno dispari

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.

Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede - dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».

Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

***

La preghiera del centurione è vissuta sinceramente e in comunione con altri, che pure intercedono per lui (e vi è del buono nonostante i limiti di un favore chiesto per chi lo merita, mentre Dio non esclude nemmeno chi non si comporta bene, ama senza condizioni). Sono aspetti decisivi della preghiera. Non è la distrazione involontaria che inficia la preghiera ma essa è resa viva dalla sincerità di chi invoca lo Spirito cercando poi di accoglierlo, con semplicità e buonsenso, gradualità, nella fede, nella vita concreta. Qui vediamo proprio questo: la crescita del centurione a seguito della preghiera personale e comunionale. Infatti prima fa chiedere a Gesù di andare a casa sua a guarire il servo poi fa dire a Gesù che non vi è bisogno che vada a casa perché lui può operare anche a distanza. Esce dalla fede del toccare materiale ed entra più profondamente nella fede nella potenza dello Spirito. Il cammino comunque è infinito: vediamo che il centurione la mette sul piano della dignità mentre Gesù non considera alcuni degni e altri indegni di stare con lui ma guarda tutti con amore infinito.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

18/09/2023
3009/2023
S. Girolamo

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Chiesa

Papa: il credente è un viandante che guarda la realtà

E’ la parabola del buon Samaritano al centro della riflessione di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus di questa domenica. Il Vangelo ci dice che era una persona in viaggio ma che ha saputo vedere le necessità dell’uomo ferito sulla strada e fermarsi a soccorrerlo

Leggi tutto

Società

Le cause fontali della crisi in Italia

Il nostro paese sta vivendo da tempo un declino progressivo in mille cose. La crisi demografica è uno dei tanti significativi aspetti.

Leggi tutto

Società

Utero in affitto? No grazie!

Il bambino, che durante la propria gestazione viene cullato dal ventre materno e che impara a riconoscere i rumori che lo circondano (la voce della mamma sicuramente, ma anche la voce del papà e dei fratelli), i sapori che lo nutriranno (e che vengono filtrati grazie al liquido amniotico che ingerisce) e le emozioni che vive chi lo sta ospitando (il ruolo dei neurormoni è ritenuto fondamentale per lo sviluppo fetale), si lega moltissimo alla madre. Grazie agli studi che sono stati compiuti e che oramai danno per scontato tutto un mondo fatto di relazione tra madre e nascituro, è stata messa a punto tutta una serie di accorgimenti clinici che si basano sul “dialogo” e sulle interazioni fisiche che sono vitali per il nascituro.

Leggi tutto

Chiesa

Una nuova spiritualità-cultura in Gesù, Dio e uomo

I fondamenti spirituali culturali di un nuovo discernimento in Gesù, Dio e uomo

Leggi tutto

Chiesa

Commento vangelo domenica 19 luglio 2020, XVI Tempo Ordinario, anno A

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Leggi tutto

Chiesa

Ostia - A Sant’Aurea, musica e Parola di Dio

Si terrà è tenuto ieri, presso la sala Riario nel complesso della Cattedrale della Basilica di Sant’Aurea in Ostia Antica, l’appuntamento mensile che permette la preghiera, l’introspezione, la riflessione attraverso la musica e la Parola di Dio nelle Sacre Scritture.

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano