Storie

di Giuseppe Udinov

I Vescovi cattolici a Mosca: la missione non si lamenta dei “tempi difficili”

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Non i nostri piani pastorali, non i nostri progetti personali fanno crescere la Chiesa, ma la nostra umile, ma perseverante, testimonianza di Lui. Ricordiamo le parole di Benedetto XVI: la Chiesa cresce e si diffonde non per proselitismo, ma per l’attrattiva di Cristo Stesso (cfr. Omelia presso il Santuario dell’Aparecida, 13 maggio 2007)”. Così si legge nella Lettera ai cattolici dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca per l’anno pastorale 2023-2024, firmata dall’arcivescovo Paolo Pezzi e da Nikolaj Dubinin, suo vescovo ausiliare. Del documento, datato 8 settembre, sarà data ampia diffusione domenica 17 settembre, giorno di inizio del nuovo anno pastorale.

Prendendo le mosse da un’espressione utilizzata da Papa Benedetto XVI il 26 settembre 2009 sul volo aereo che lo portava da Roma a Praga, i due vescovi chiedono ai fedeli di non farsi scoraggiare dall’esiguità numerica delle piccole comunità cattoliche cui appartengono, ma di attuare una “missione creativa”. “All’inizio del cristianesimo e poi molte volte nel corso della storia − si legge nella Lettera −, i cristiani erano una minoranza così: piccole comunità che santificavano il mondo intorno a loro, non solo con una nuova dottrina, ma anche con uno stile di vita che attirava le persone a Cristo. Anche se rifiutavano l’insegnamento cristiano, molti ebrei e gentili non potevano fare a meno di ammirare le relazioni di amore reciproco, di vera misericordia, di caritas, che esistevano in queste comunità”. La strada suggerita dai due Vescovi è quella di non rimanere in un atteggiamento attendista nei confronti del mondo esterno, ma quella di abbracciare la realtà circostante a partire da ciò che si è: “A volte, quando visitiamo le parrocchie − continuano i vescovi −, ci sentiamo dire che (noi cattolici, n.d.A.) non siamo in grado di fare nulla di buono perché viviamo in tempi difficili. Questo è ciò che molti pensano e ci uccide. Tuttavia, la missione creativa non attende circostanze favorevoli: essa semplicemente diffonde la testimonianza della comunione che viviamo (o che, purtroppo, non viviamo)”. Proseguendo nell’invito a non farsi schiacciare dal senso di impotenza e dalla perdita della speranza, l’Arcivescovo Pezzi e il Vescovo Dubinin chiedono ai battezzati di fare il bene a partire dal poco che si ha: “Possiamo lamentarci del fatto che il conflitto in Ucraina sia ancora in corso, ma così, in fin dei conti, riusciamo appena a tranquillizzare la nostra coscienza. Se ci rivolgiamo a Cristo, nascono iniziative, magari anche molto semplici, ma profonde e durature. Non possiamo risolvere il ‘problema’ dei rifugiati, non possiamo instaurare la pace, ma possiamo raggiungere persone concrete e trasmettere loro la nostra pace interiore, se ne abbiamo”. L’attenzione ai bisogni non solo materiali, ma anche spirituali di ogni singola persona è indicata nel Documento come dimensione essenziale della vita comunitaria. Infatti, a fronte di un numero crescente di cattolici che si allontanano dalla Chiesa, i vescovi invitano a non soffermarsi sui numeri del problema, ma a guardare a ciascuno nella sua unicità come ad un’anima bisognosa di Dio e, quindi, della prossimità dei fratelli nella fede. Punto di partenza per essere creativi nella missione, pur essendo in pochi, è il rapporto con Gesù presente qui e ora, “attraverso quelle persone tramite cui ognuno di noi ha incontrato Cristo, attraverso i sacramenti, attraverso la Chiesa nella concretezza di una certa parrocchia, di una certa comunità o di un certo carisma, ai quali ciascuno di noi appartiene”.

La Lettera annuncia anche la partecipazione al prossimo Sinodo dei vescovi a Roma dell’arcivescovo Pezzi e di Oksana Pimenova − giovane laica moscovita, da tempo impegnata nella pastorale giovanile della diocesi –, nonché la costituzione di una Commissione per il Giubileo del 2025, che si occuperà di coordinare le diverse iniziative locali per l’Anno giubilare.
A conclusione del Documento, i vescovi porgono all’attenzione dei cattolici della diocesi la preghiera di consacrazione alla Vergine Maria del padre comboniano Pietro Tiboni MCCJ (1925-2017), preghiera che chiede l’intercessione della Madonna affinché “Cristo doni a tutti gli uomini lo stesso gusto di vita nuova che ha donato a noi”.

L’Arcidiocesi della Madre di Dio si estende su un territorio di 2.629.000 km² e comprende un centinaio di piccole o piccolissime comunità cattoliche. Non vi sono dati precisi sul numero dei cattolici presenti nella Federazione, ma, come dichiarato lo scorso luglio all’Agenzia RIA Novosti da Mons. Pezzi, molto probabilmente la cifra dei battezzati cattolici è inferiore al milione.

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18/09/2023
3009/2023
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