Storie
di Giuseppe Udinov
Libano e povertà assoluta
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Si tratta probabilmente dell’appello più forte lanciato dai leader cattolici libanesi negli ultimi mesi. È il grido, scrive l’Assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici, “dei dimenticati, degli invisibili, di coloro che non vogliamo vedere e che tuttavia, in Libano, sono sempre più numerosi. Questo grido è quello dei poveri, dei bisognosi che necessitano di denaro, pane e vestiti”. Questo appello delle Chiese cattoliche del Libano, in occasione della Giornata Mondiale dei poveri, che vedrà una grande messa, domenica 19 novembre a Bkerké, è stato distribuito a parrocchie, santuari, scuole e università. Nel testo vengono evidenziati tutti i settori colpiti dalla crisi: gli ospedali, che non possono più permettersi di assistere malati e disabili; l’istruzione; il settore pubblico e l’esercito. Tutti ambiti che “svolgono quotidianamente un’ammirevole missione di aiuto ai più bisognosi, in condizioni di lavoro difficili e rese indegne dalla negligenza, dall’inazione e dalla corruzione dei leader politici”. Il messaggio dei patriarchi e dei vescovi mette in guardia dal rischio di chiusura delle associazioni comunitarie, educative, sanitarie e sociali, a prescindere dalla loro appartenenza, che non sono più in grado di svolgere le loro missioni. Rivolgendosi più direttamente ai leader politici, le guide ecclesiali denunciano una condanna a morte del tessuto associativo, dovuta alla “negligenza” dello Stato. Di conseguenza, aggiunge l’appello, “state distruggendo ciò che i nostri antenati hanno impiegato secoli per costruire, sacrificando la generazione attuale e distruggendo il futuro”.