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Storie

EGITTO - Professore di al Azhar processato per ingiuria al cristianesimo

Si chiama Mabrouk Attia, e insegna Legge islamica all’Università di Al Azhar, il professore-predicatore egiziano finito al centro di controversie e di cause penali per alcune espressioni irriverenti riservate a Gesù, in un intervento filmato diffuso attraverso i social media.

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Chiesa

Un punto chiave nella Chiesa

Cosa ostacola una più profonda, partecipata e autentica ricerca del vero e le conseguenze di ciò.

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Società

Erbil: Maria, 20 anni, uccisa dai parenti per la conversione al cristianesimo

La giovane aveva decine di migliaia di follower sui social, dove promuoveva battaglie a favore dei diritti e delle libertà. Appena 12enne era stata costretta dalla famiglia musulmana a sposare un uomo da cui si era separata quattro anni più tardi.

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Politica

C’è un “christian rock” italiano che suona veramente bene

“Blues per Gesù Cristo”: Piero Chiappano una voce cristiana unica

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Storie

Siria la terra martoriata e dimenticata

Entrare in Siria, terra di cristianesimo primordiale significa cadere in ginocchio e ringraziare Dio, che non ha abbandonato il popolo siriano

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Politica

Da Parigi un’Europa vera grida all’impostura della falsa

E sulla “Dichiarazione di Parigi”, firmata da immortali e altri accademici di fama, cala il silenzio

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Politica

Alternative für Deutschland: lezioni da imparare

Il “giornalista collettivo” non ha ancora imparato la lezione: in tempo di analfabetismo sociopolitico e di malcontento diffuso attaccare un partito rampante con l’epiteto di “populista” si rivela controproducente. Il partito fondato da Frauke Petry e oggi diretto da Alice Weidel deve invece interpellare a fondo l’anima popolare d’Europa (i punti guadagnati da AfD sono quelli persi da CDU): non mancano le ambiguità e le contraddizioni, ma vanno studiate.

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Società

La Francia in piazza per la vita

La mancanza di un progetto genitoriale espone il feto alla concreta possibilità dello scarto. Essendo stata negata la sua esistenza, l’essere soltanto «nella carne» è destinato ad essere patologizzato e assimilato a un tumore. Si scava così un abisso incolmabile tra il feto come accidente, considerato come qualcosa di contingente nel corpo della donna, e il feto «umanizzato» dalla parola della madre. Il problema è che, scrive Boltanski, «gli esseri nella carne non possono essere distinti dagli esseri per la parola». Se «ciò che costituisce un essere umano non è il feto, iscritto nel corpo, ma la sua adozione simbolica», «questa adozione suppone la possibilità di una discriminazione tra embrioni per nulla distinguibili».

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