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Storie

Insulta su Facebook poliziotto morto suicida, il Mosap lo porta in tribunale

Insulta su Facebook poliziotto morto suicida, il Mosap lo porta in tribunale. Conestà: «Noi parte civile per offese al corpo di Polizia»

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Storie

Malesia - Divorzio farsa rischia di rafforzare la sharia

Un “talak” islamico tra due celebrità dei social network poi annullato per riappacificazione, ha aperto un dibattito sulla banalizzazione della religione in un Paese dove due terzi degli abitanti sono musulmani

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Società

Le femministe militanti vere complici dello sfruttamento delle donne

Dall’encomio dei rapporti anali all’apologia dell’aborto che “non praticano solo le donne”, una rassegna di cortocirtuiti del femminismo odierno.

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Media

Mark Zuckerberg “chiede scusa” al Congresso

«Ci avevano detto che avevano cancellato i nostri dati – ha dichiarato “Mr. Facebook” nella due giorni di interrogatorio davanti alle massime istituzioni
civili Usa –: abbiamo senz’altro fatto male a fidarci e a non controllare». Le spalle al muro sull’aborto e poi l’elusività: «Ci vorranno anni per sistemare le cose»

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Media

Cambridge Analytica & Facebook: pasticcio enorme

In Europa a maggio entrerà definitivamente in vigore il GDPR, cioè il nuovo regolamento sulla protezione dei dati. Esso ha come finalità quella di tutelare i dati personali delle persone fisiche, chiarendo la catena delle responsabilità nel passaggio di informazioni e ribadendo alcuni concetti chiave non da poco, come il principio della trasparenza e del rispetto delle finalità esplicite per le quali sono stati acquisiti i dati.
Certo che se continueremo a mettere spunte disinteressate su informative approssimative, senza nemmeno leggerle, e se compileremo tutti i più assurdi questionari su internet, non potremo poi versare lacrime di coccodrillo.

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Media

La nostra risposta: fare 5 cose

Contro il Popolo della Famiglia e i suoi dirigenti, invece, c’è una furia feroce che probabilmente è degna di miglior causa. Per la lobby che noi apertamente sfidiamo, per la sua politica contro la vita e contro la famiglia, per la visione del mondo che vuole trasformare le persone in cose, c’è un solo nemico da attaccare con tutte le energie fino a zittirlo: il Pdf. Torniamo alla domanda. Perché? Perché siamo ostinati e organizzati. Due fattori molto temuti: ostinazione e organizzazione. Sanno che ormai in ogni angolo del Paese c’è un nucleo territoriale organizzato del Popolo della Famiglia. Si tratta del frutto di due anni di lavoro casa per casa, compiuto dal Pdf attraverso l’esperienza di ben tre tornate amministrative ma anche con la presenza quotidiana e fattiva di monitoraggio di quel che accade. E così ogni settimana in Italia ci sono almeno dieci iniziative con dirigenti del Popolo della Famiglia che incontrano persone sul territorio, più di cinquecento all’anno. Ci sono gli iscritti, ci sono le liste, ci sono i candidati, ci sono 48.750 firme da raccogliere che saranno agevolmente raccolte, ci sono centinaia di migliaia di voti che certamente i nostri militanti otterranno alle prossime politiche sui 945 coraggiosi che candidandosi alla Camera e al Senato diranno: fate una croce sul simbolo del Popolo della Famiglia, tutto il resto l’abbiamo già sperimentato e ha portato al disastro attuale.

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Media

Se twitter censura gli attivisti pro life

Live Action, di Lila Grace Rose, riceve intimazioni dal social network perché rimuova i tweet di denuncia del mercato di organi. Anche in Italia conosciamo bene questo atteggiamento dei media: i pride hanno sempre garantita una copertura mediatica di prim’ordine, pure quando sono quattro gatti scomposti, mentre le proteste pro-life o le veglie di preghiera o i family day non sono meritevoli nemmeno di un rapido cenno. La faziosità della Rai a incensare perennemente il PD rasenta l’idiozia e Mediaset si è perfettamente allineata allo stile progressista in salsa animalista (Dudù ci ha messo la zampa), mentre per La7 tutti i mali vengono dal M5S. Per tutti le destre sono attaccabrighe populiste, il PDF non esiste, la Chiesa va bene se conferma il PD, si immischia senza diritti se lo contesta.

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Società

Istigazione all’odio omofobico

Negli ultimi dodici mesi l’Italia è stata attraversata da un’ondata di atti efferati compiuti da omosessuali. Ovviamente costruire un filo rosso che unisca tutta questa serie di eventi per provare a suggerire con lealtà alla comunità Lgbt di analizzare il problema verrà raccontato come “istigazione all’odio omofobico” passibile di ogni pena, ma i fatti sono fatti e proverò a metterli in fila per come sono avvenuti. Poi ognuno potrà compiere le sue riflessioni.

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