Società
Ospedali, quale destino nell’era postcristiana
La mutazione degli ospedali da luoghi di cura e di sostegno al malato in spazi fisici in cui si uccide la speranza è solo l’ultimo atto di una cultura che ha totalmente dimenticato le proprie radici cristiane. L’impressione è che l’operato dei medici britannici sia, in fondo, considerato legittimo da molti altri loro colleghi nel mondo. Al loro posto, in tanti avrebbero fatto lo stesso. Ci fa piacere che si siano mossi il Bambin Gesù di Roma e il Presbyterian Hospital di New York, ma è davvero triste costatare che non c’è stata una gara tra gli altri ospedali ad accogliere Charlie. Il caso è certo difficile, ma una risposta compatta delle strutture ospedaliere mondiali avrebbe forse fatto traballare ulteriormente i convincimenti dei medici del Gosh. Eppure, gli ospedali sono nati per alleviare le sofferenze. San Camillo de Lellis, di cui oggi facciamo memoria liturgica, fondò un Ordine religioso appositamente per aiutare gli ammalati. Volle che i suoi confratelli – come fece egli stesso – servissero i sofferenti «con quella carità e amorevolezza che sono solite avere le madri verso i propri figli infermi». Il fondatore dei Camilliani ha indicato dunque una precisa figura, la madre, come esempio per aiutare chi soffre: Connie che, senza alzare la voce, “grida” il suo amore e la sua speranza per il figlio, che gli resta accanto osservando ogni piccolo mutamento, è quel modello che chiunque sia avvicina ad un ammalato per curarlo dovrebbe coltivare dentro di sé, sperando di esserne sempre più degno. Ancora, Camillo de Lellis sentiva il cuore spezzarsi ogni volta che non poteva portare il soccorso che avrebbe voluto. È questo il sentire che ci rimandano oggi molte figure di medici? Camillo de Lellis – come l’altro grande sostegno degli ammalati, Giovanni di Dio, che voleva per gli infermi che assisteva condizioni igieniche migliori e cure specifiche – ci ha testimoniato che curare chi è sofferente è un compito altissimo da assolvere senza cercare la via più semplice. Grazie a lui, a Giovanni di Dio e ad altri cristiani, gli ospedali sono diventati nei secoli quei luoghi di speranza e di cura a cui fino all’altro ieri guardavano con fiducia.
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