Politica
NEL NOME DI ROBERTO
Il 16 aprile 1988 Franco Grilli e Stefano Minguzzi si finsero postini, si fecero aprire così la porta di casa a Forlì da Roberto Ruffilli, lo fecero mettere in ginocchio in salotto dicendogli di pregare se voleva e lo uccisero con tre colpi di mitraglietta Skorpion alla nuca. Il volantino lasciato in un bar di Largo Argentina dalle Brigate Rosse recitava: “Un nucleo armato della nostra organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli, uno dei migliori quadri politici della DC, l’uomo chiave del rinnovamento, vero e proprio cervello politico”. Il senatore e professore Ruffilli non era noto al grande pubblico. Io lo conoscevo perché frequentavo i suoi corsi alla scuola di formazione Dc, ma non era tipo da titoli sui giornali. Era uno studioso, ma la sinistra estrema e violenta sa da sempre chi sono gli obiettivi veramente pericolosi, quelli da colpire. E contro i cattolici è da sempre accuratissima.
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