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di Mario Adinolfi
Bravi Dolce e Gabbana
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Abbiamo sgranato gli occhi e abbiamo riletto a voce alta. Che bello Domenico Dolce quando dice: «Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia».
Dolce e Gabbana, i due arcinoti stilisti, sono sulla copertina del numero in edicola di Panorama e rispondono ad alcune domande sulla famiglia. Stefano Gabbana appare appena più timido e lascia dire al compagno d’avventure stilose (in passato anche compagno nella vita) che «non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni».
Anche per Gabbana comunque «la famiglia non è una moda passeggera. È un senso di appartenenza sovrannaturale», ma poi sui social network Stefano ritratterà una parte dell’intervista. Diciamolo chiaramente: Dolce e Gabbana sono due gay coraggiosi. Per via di queste dichiarazioni, su internet hanno subito molte accuse. Ma la loro intervista ha la forza della verità. Detta con parole semplici, come quando hanno parlato delle loro mamme. Davanti a questa semplicità e naturalezza, giù il cappello.