Società

di Lucia Scozzoli

Scuola e chiesa ora tocchiamo veramente i fondi

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

Gabriele Toccafondi è un fiorentino del ‘72, laureato in scienze politiche, ha fatto il consigliere all’università di Firenze, è stato membro di un sacco di commissioni e promotore di iniziative culturali e dal ‘99 ha messo i piedi in politica per poi non toglierli più. Ha militato tra le file di una lista civica, poi è passato a Forza Italia, poi è stato deputato PdL e nel 2013 ha indossato la casacca NCD, grazie alla quale ora siede sulla poltrona di Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

In tale veste è stato intervistato da Paolo Perego per la rivista Tracce, il pane quotidiano dei ciellini doc. Toccafondi ci informa che nell’ultima legge di stabilità approvata dal Parlamento, prima della remissione del mandato del Governo Renzi, è stato approvato un finanziamento di 575 milioni di euro destinati alle paritarie e delle detrazioni per le spese “di educazione”, e quindi anche delle rette, che arriveranno, nel 2019, al tetto degli 800 euro a figlio. (Mi viene un attimo da sorridere, pensando a quel che succederà da qui al 2019, ma facciamo finta di niente).

Due anni fa il fondo in questione era di soli 278 milioni, per cui Toccafondi prosegue tutta l’intervista autoelogiando il proprio ottimo lavoro.

Certo che, come lui stesso ammette, questi soldi sono una goccia, rispetto agli oltre 6 miliardi che la scuola paritaria fa risparmiare allo Stato. Diciamo che lo Stato ha gentilmente concesso di restituire alle scuole paritarie il 9.5% del risparmio, invece che il 4.6% degli anni scorsi.

Si tratta solo di scegliere se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dice lui: la libertà della scelta educativa spetta ai genitori, questo è un diritto costituzionale, ma nella pratica ci sono ostacoli ovunque da superare, di natura economica e soprattutto ideologica. I risultati sono stati ottenuti solo “con tanta pazienza e tanto realismo. E dialogando con tutti. Con quelli disposti a farlo, chiaramente. Sono sempre stato in una minoranza dal punto di vista politico. Su alcuni temi, come la scuola, ho sempre avuto certe idee, disposto a tutto, da buon toscano, per difenderle. Ma mi sono ritrovato a fare i conti con altri numeri, costretto, in qualche modo, al dialogo. Ovvero, a dare le ragioni di un’idea, non a difenderla in modo ideologico o per “colpi di maggioranza”.”

Toccafondi sicuramente ha messo l’impegno che poteva, ma quello che ha ottenuto è ben poca cosa: infatti mentre lui combatteva per i soldi alle scuole paritarie private (alle quali ha iscritto i suoi figli), che ne era della scuola pubblica? Se vogliamo ridurre tutto il dibattito sulla scuola a paritarie si/no, andiamo poco lontano. Infatti è innegabile che le paritarie costituiscano una grandissima ricchezza in termini economici di risparmio per lo Stato e anche in termini di pluralismo di proposta formativa, quindi di arricchimento globale della popolazione, ma restano una minoranza: coprono appena il 10% dei bisogni formativi e inoltre il 71% di esse sono asili. Ma di cosa stiamo parlando?

Il 63% delle scuole paritarie è di gestione cattolica, cosa che ad oggi non significa più nulla dal punto di vista delle garanzie formative: il carinissimo libro infarcito di gender pure nei problemi di matematica, l’Acero Rosso, è adottato anche lì. All’ultimo congresso nazionale della FISM (federazione italiana scuole materne cattoliche) a giugno sull’ideologia gender è stato invitato a parlare nientemeno che Pellai, acceso sostenitore della famosa espressione “il gender non esiste”. Incalzato dalle domande di chi ha presentato esempi concreti di progetti che sono approdati nelle nostre scuole, con tutto il loro carico di brutture, ha risposto evasivamente di non averne mai sentito parlare, di non conoscerli nel dettaglio.

Intanto nel decreto buona scuola è stato inserito l’insegnamento della parità di genere per contrastare bullismo, omofobia e sessismo. E tra le associazioni accreditate direttamente dal ministero, quello stesso ministero in cui lavora Toccafondi, abbiamo l’Arcigay in prima linea.

Non credo che possiamo farcene granché dei quattro spiccioli che lo Stato ha concesso ad una scuola paritaria che non è già più autonoma dal punto di vista ideologico, che è marginale numericamente e per niente incisiva dal punto di vista educativo. Credo che non avremmo potuto accontentarci assolutamente nemmeno se i soldi fossero stati il quadruplo: la scuola è importante tutta, anche quella statale, e tutta deve garantire istruzione nel rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti di preservare la priorità educativa delle famiglie.

Questo sistema di indottrinamento di regime, già in elevato stato di avanzamento per quanto riguarda il corpo docenti e a buon punto anche a livello studenti, è incompatibile con le garanzie costituzionali.

Naturalmente è molo facile tranquillizzare tutti bollando come “esagerati” gli allarmismi che esplodono come petardi in tutta Italia, man mano che spuntano progetti osceni a destra e a manca. È facile illudersi che il dibattito dentro una classe sia sufficiente ad attenuare e gestire l’impatto diseducativo di uno stimolo semplicemente errato, come di fatto è tutto l’impianto dell’ideologia gender. È rassicurante lasciarsi fuorviare dal turbinoso caos di temi con cui tali insegnamenti vengono proposti, confusi e frullati, per cui nello stesso minestrone troviamo bullismo, razzismo, omosessualità, transessualità, educazione sessuale, liberalizzazione delle droghe, critica ai ruoli educativi, disgregazione dei modelli classici di famiglia, esaltazione dell’affettività isterica ed impulsiva, lotta alla violenza e alle discriminazioni. Facciamo affidamento sullo spirito critico di ragazzi giovanissimi quando nemmeno gli adulti, insegnanti e genitori, sono in grado di divincolarsi da questa morsa ideologica abilmente congeniata.

Ma se proprio vogliamo veder il bicchiere mezzo pieno per forza, se proprio vogliamo fare l’elogio del compromesso, rallegriamoci pure per i quattro spicci. Si sa che col denaro si comprano molte cose. Ultimamente anche le coscienze. Di molti politici e non solo.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

21/12/2016
0812/2023
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Storie

L’Italia eccellenza europea nel riciclo

L’Italia eccellenza europea nel riciclo: presentato il report di Assoambiente “L’Italia che Ricicla 2023”

Leggi tutto

Media

Raiuno, la rete che fu “cattolica”

Dal primissimo mattino alla tarda serata, propaganda dell’ideologia gender e sostegno al “matrimonio” gay sembrano essere il core business della rete ammiraglia del servizio pubblico

Leggi tutto

Chiesa

Francesco secondo Valli, vaticanista inquieto

A sorpresa, Aldo Maria Valli ha dato alle stampe un libro su Papa Bergoglio che ha spiazzato tutti: il numero uno di Rai Vaticano, storico martiniano e già entusiasta sostenitore del papato argentino, cambia idea. I media ostili al Pontefice enfatizzano “266.” come un trofeo. Ciò che sembra di evincere dalla dolorosa confessione raccolta nel libro è che il pontificato si avvia a un declino che potrebbe forse sfociare in una dura restaurazione. Ne parliamo con lui

Leggi tutto

Politica

I casi Englaro e Schiavo francesi fanno riflettere la politica

Anche i cugini d’Oltralpe hanno i loro problemi sul fine-vita, sebbene la legislazione vigente permetta il prodursi di casi-limite alla Terry Schiavo, cioè il noto caso di Vincent Lambert e il più recente della piccola Marwa Bouchenafa. Martedì prossimo si sentirà un’associazione per il “diritto alla vita”.

Leggi tutto

Società

L’infamia della giornata mondiale sull’aborto

Cos’è il “partial birth abortion”, la nuova frontiera dell’aborto “libero” che viene richiesta dalla giornata mondiale dell’aborto del 28 settembre? Semplice, è la possibilità per la donna di prendere la decisione di abortire sino alle ultime settimane di gravidanza. Ad oggi le varie legislazioni nazionali permettono l’interruzione volontaria di gravidanza fino al quinto mese in genere, l’Italia è più restrittiva e si ferma al terzo mese, anche se con il trucco dell’aborto “terapeutico” si finisce molto più in là. L’interpretazione della sentenza della Corte Suprema americana consegna però uno scenario infame secondo cui il nascituro non avrebbe diritti e sarebbe parte del corpo della donna che potrebbe farne quello che vuole fino al momento della nascita. In base a questa interpretazione la pratica dell’aborto a nascita parziale prevede l’induzione del parto anche al nono mese di gravidanza, un parto che viene indotto in posizione podalica stando attenti a mantenere la testa del nascituro all’interno del grembo della donna che non riesco a definire materno, per poi introdurre uno speciale forcipe e schiacciare la testa del bimbo per provocarne la morte completando poi il parto con l’espulsione del corpicino ormai senza vita.

Leggi tutto

Storie

Resistere al gender ed essere “bioconservatori” la strada è indicata negli scritti di Del Noce

L’ossessione dell’“omofobia” occulta l’effettiva negazione del dato antropologico fenomenico della natura sessuata. Ecco cosa ne pensava il grande filosofo.

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano