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Società
Sposarsi in chiesa fa durare il matrimonio
I dati Istat dimostrano che le nozze celebrate con rito religioso hanno una tendenza a resistere maggiore rispetto alle unioni celebrate con rito civile
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Perdono, genocidio e misericordia
San Giovanni Paolo II, più volte, aveva parlato prima delle tensioni nel paese e, fin dall’Aprile del 1994, non mancò di appellarsi al ritorno della pace: «Le tragiche notizie che giungono dal Ruanda suscitano nell’animo di tutti noi una grande sofferenza. Un nuovo indicibile dramma: l’assassinio dei capi di Stato di Ruanda e Burundi e del seguito; il capo del Governo ruandese e la sua famiglia trucidati; sacerdoti, religiosi e religiose uccisi. Ovunque odio, vendette, sangue fraterno versato. In nome di Cristo, vi supplico, deponete le armi, non rendete vano il prezzo della Redenzione, aprite il cuore all’imperativo di pace del Risorto! Rivolgo il mio appello a tutti i responsabili, anche della comunità internazionale, perché non desistano dal cercare ogni via che possa porre argine a tanta distruzione e morte» (Regina Coeli 10 Aprile 1994). Qualche settimana dopo, la voce del Papa si fa ancora più sofferente e vibrante: «Vi invito accoratamente, ad una preghiera sofferta e fervorosa per il Ruanda. La tragedia di quelle popolazioni sembra non voler arrestarsi: barbarie, vendette, uccisioni, sangue innocente versato, ovunque orrore e morte. Invito quanti detengono responsabilità ad una azione generosa ed efficace perché si arresti questo genocidio. È l’ora della fraternità! È l’ora della riconciliazione!» (Udienza Generale 27 aprile 1994).
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Sacerdoti oggi
Vi sembrerà impossibile, lo so. Anche a me oggi, a 45 anni, fa ancora lo stesso effetto. A volte mi sveglio di notte da incubi spaventosi e mi domando: ma è stato tutto vero o me lo sono inventato io? Durante l’esperienza del liceo e poi dell’università ci ho provato a staccarmi. Per fortuna allora non esistevano i cellulari. Ma vi posso assicurare che la sua presenza era totalizzante anche a distanza. Non esagero se vi dico che ci sono state settimane e mesi nelle quali mi arrivano non meno di trenta telefonate al giorno tutte sue. Ero suo e non era immaginabile che io prendessi il volo per sempre. Mi controllava. Durante la fase della tesi di laurea ho iniziato a soffrire di attacchi di panico. Quest’anno festeggio i 22 anni di convivenza con questa brutta bestia che ti schianta il cuore e il fisico. La vita è sempre stata una vista passata a scappare. A fare non-scelte. Compresa quella di entrare in seminario dopo la laurea in filosofia. E ne ero convinto in un certo senso, ero convinto di avere la vocazione. In realtà non era così: scappavo ancora una volta dal mostro. A venticinque anni che cosa potevo fare nella vita? Non ero capace di fare niente. E allora perché non entrare in seminario? Il prete sapevo farlo, figuriamoci, con tutta l’esperienza di anni e anni passata a fare ogni cosa in parrocchia ed in oratorio! E poi, forse, se fossi diventato prete avrei finalmente avuto la scusa giusta per allontanarmi dal mostro. Il Vescovo mi avrebbe spedito a chilometri di distanza dal prete-mostro e allora la mia prigione sarebbe finita. In seminario ci sono restato 9 mesi. Il periodo più importante e decisivo per la mia vita. Decisivo per affrontare di petto per la prima volta chi ero davvero e che cosa volevo davvero diventare.
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La Cassazione contro il matrimonio
Non ci sarà più obbligo di mantenere la controparte del contratto nuziale, una volta che sia stata verificata l’abilità di quest’ultima a lavorare. Incredibile silenzio delle femministe, a fronte di una legge che abolisce alcune tutele per le donne impegnate nella cura della casa e dell’educazione primaria. L’effetto sarà l’aumento del numero dei divorzî, dell’impegno sano e generoso dei carismi.
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Claudio Chieffo e la sua musica per la vita
Claudio Chieffo è una di quelle “dimenticanze” a cui ci abituati il secolarismo contemporaneo. Perché se sei cristiano – e scegli di professare la tua fede attraverso l’arte o la letteratura in modo diretto – non ti viene dato quel rilievo che meriteresti. Nemmeno se ti onora della tua amicizia uno come Guccini. Nemmeno se riesci a rendere pensoso uno come Gaber, che diceva: «Nelle canzoni di Claudio c’è un’onestà, una pulizia, un amore naìf che fa pensare. Siamo profondamente diversi, non solo per le sicurezze che lui ha e che io non ho, ma soprattutto perché nelle sue canzoni lui non fa mistero delle sue certezze». Stupirsi di questa “dimenticanza” del mondo laico vorrebbe dire non aver compreso nulla del Cristianesimo. Indignarsi meno ancora. Zittire le voci che inquietano è, da sempre, provare a zittire la Voce, l’unica, che rivela l’uomo a se stesso. Si suppone (ma la speranza è sempre in modalità on per chi professa Cristo) che non ci saranno tributi televisivi di un certa rilevanza nazionale per i 10 anni dalla sua morte, il 19 Agosto prossimo. Come se non avesse mai avuto un pubblico. Ma ci sarà una Messa, celebrata da mons. Luigi Negri. E si può essere certi che a lui, dov’è ora, questo “ricordo” piacerà anche più di un tributo.
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Obbedienza e virtù
La nostra civiltà complessa è fatta di corpi intermedi che si reggono sul principio di autorità. E ciò esige che le decisioni siano centralizzate, e che la struttura organizzativa abbia una funzione esecutiva. Ma per eseguire non occorre pensare. Per fabbricare bombe al fosforo non occorre pensare. Basta eseguire i compiti assegnati. Sicché, se Eichmann fu colpevole, furono colpevoli allo stesso modo tutti coloro che resero possibili, con la loro obbedienza acritica, quelli e/o altri crimini.
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