Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Al via l’assemblea generale CEI. Verso il successore di Bagnasco
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Papa Francesco ha inaugurato nell’Aula del Sinodo in Vaticano la 70.ma assemblea generale della Conferenza episcopale italiana che avrà il compito di individuare la terna di candidati per la successione al presidente uscente, il cardinale Angelo Bagnasco. Il nuovo meccanismo prevede che i vescovi scelgano una terna di candidati alla presidenza, ma poi l’ultima parola spetterà al Pontefice.
Oggi l’assemblea procederà all’elezione della terna di candidati che verrà consegnata al Papa. Si confronteranno, quindi, sul tema principale di questa Assemblea: “Giovani, per un incontro di fede”. Tra gli altri argomenti all’ordine del giorno, il cammino di preparazione verso la prossima Settimana Sociale (Cagliari, 26-29 ottobre 2017), le norme circa il regime amministrativo dei tribunali ecclesiastici in Italia e una serie di adempimenti di carattere giuridico-amministrativo. Mercoledì , alle 8.30, i vescovi concelebreranno l’Eucarestia nella Basilica di San Pietro. Giovedì 25 maggio, alle 13.30, nell’atrio dell’Aula Paolo VI si svolgerà la conferenza stampa conclusiva.
“Vorrei ringraziare lui per questi dieci anni di servizio alla presidenza e anche ringraziarlo per la pazienza che ha avuto con me, perché non è facile lavorare con questo Papa, lui ha avuto tanta pazienza e lo ringrazio tanto” ha detto il pontefice rivolgendosi al cardinale Angelo Bagnasco.
Il Papa ha ricordato il suo rapporto col cardinale Bagnasco e la sua visita di sabato a Genova:
“Posso dire che ci vogliamo bene ed è un’amicizia bella. Soltanto ho una paura: quanto mi farà pagare sabato prossimo per entrare a Genova (risate dell’assemblea, ndr)”, “Si prepari, si prepari”, ha risposto il cardinal Bagnasco. “I genovesi non fanno nulla..”, ha aggiunto il Papa. “Sconti niente”, ha precisato Bagnasco.
Poi un momento privato, tra il Papa e i vescovi, chiuso alla stampa, all’insegna del confronto. Ma prima Francesco ha voluto specificare alcune cose: “Quando quello che presiede non permette il dialogo, semina il chiacchiericcio e questo è peggio. Dialoghiamo tra noi, sono disposto anche a sentire opinioni che non siano piacevoli a me con tutta libertà”.
Il cardinale Bagnasco ha ricordato uno dei temi fondamentali di questa l’assemblea: la formazione dei giovani che hanno tanto bisogno di essere seguiti ed ha augurato buon lavoro al suo prossimo successore: ” Santità, a nome di tutti i Vescovi delle Chiese che sono in Italia, Le esprimo la più viva e affettuosa riconoscenza per la Sua presenza tra noi, segno della premura pastorale con cui ci segue, ci accompagna e ci guida. A nostra volta – animati da un forte spirito di comunione con il successore di Pietro – siamo qui con la disponibilità ad accogliere con docilità la Sua parola autorevole e incisiva, per una sequela sempre maggiore del Signore.
Di questa stagione conosciamo complessità e contraddizioni, attese e opportunità: non intendiamo cedere a frustrazioni e lamentele, consapevoli che la missione affidataci sgorga dall’incontro cercato, coltivato e custodito con Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto. In lui prende volto il nostro essere Chiesa, comunità dal cuore ardente e misericordioso, che trova la sua unica e vera grandezza nel servizio umile e generoso. Avvertiamo – e Lei, Santità, ce lo testimonia con coraggio apostolico – che questa rimane la via maestra per fecondare con la gioia del Vangelo la cultura e la società odierna, cosicché la luce di Cristo possa illuminare ogni uomo.
In questo cammino intendiamo prestare attenzione soprattutto ai giovani. In sintonia con gli Orientamenti pastorali del decennio e il Sinodo da Lei indetto, vogliamo non soltanto farci carico degli aneliti e delle domande che le nuove generazioni portano nel cuore, ma anche ascoltarne con sollecitudine la voce. Le loro condizioni di vita, la loro capacità di stare insieme e il loro desiderio di costruire il domani ci interpellano e chiamano in causa la nostra responsabilità educativa e testimoniale; l’incontro con loro ci aiuta a riscoprire ogni giorno il primato di Dio nella nostra vita per pensare e agire in quella libertà che nasce dalla verità.
Nel contempo, questa Assemblea è chiamata ad eleggere una terna con cui contribuire alla nomina del nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Assicuro fin d’ora la volontà di tutti nel riconoscerlo e sostenerlo in questo servizio a beneficio delle nostre Chiese, mentre personalmente La ringrazio per la fiducia che mi ha accordato in questi anni” ha concluso il presidente uscente della CEI.
Concludo facendo mie le parole da Lei pronunciate pochi giorni fa a Fatima e che esprimono la nostra consapevolezza più profonda: “Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”.
Grazie, Santità”.
“La figura del nuovo presidente – ha sottolineato il cardinale Menichelli (arcivescovo di Ancona-Osimo (membro del Consiglio Permanente della Cei, in quanto presidente della Conferenza episcopale marchigiana)– deve avere tre elementi: una relazione di fraternità e amicizia con tutti i vescovi; un padre e un pastore che solleciti una comunione profonda tra noi; capacità di creare un’ottima relazione verso il Santo Padre e le autorità pubbliche, dal momento che la Cei ha una soggettività nazionale chiara e ben determinata. Questi tre elementi li reputo indispensabili. C’è la necessità che si risvegli in tutti noi una dinamicità profetica della pastorale attraverso le modalità d’incontro, riflessione e approfondimento che piano piano saremo capaci di svolgere. La priorità fondamentale è la novità dell’evangelizzazione che non riguarda però il Vangelo che è intoccabile”.
Monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara ha dichiarato: “Mi piacerebbe avere un presidente – ha osservato monsignor Valentinetti – che abbia uno spessore di grande umanità per potersi relazionare non solo con i vescovi della Cei ma anche con la gente in un incontro che sia rivelativo di una presenza e responsabilità che riveste all’interno della Chiesa italiana. Per questo servono grandi doti umane ma soprattutto uno spirito di grande preghiera e vicinanza con il Signore. Vorrei un presidente meno manager e gestore dei vescovi e più un fratello di tanti vescovi che li accompagni nel loro ministero. Vorrei anche che il presidente dia voce ai vescovi facendo esprimere in maniera diretta e concreta le loro idee. Deve essere il collettore delle varie anime, non il presidente che parla al di sopra di tutti. Deve ascoltare e mette insieme le opinioni. Mi piacerebbe vedere non una prolusione iniziale ma un primo ascolto dell’Assemblea e solo alla fine ascoltare una conclusione”.