Politica
di Adolfo Marini
Gli italiani ed il Ministero della Pace
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Il 66% degli italiani è favorevole alla
creazione di un Ministero della Pace dedicato
a promuovere, sviluppare e coordinare
attività di prevenzione e mediazione
nonviolenta dei conflitti. È quanto
emerge da un sondaggio commissionato
dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e realizzato
dalla Società Demetra, con la collaborazione
dell’Università di Padova.
Secondo il campione di intervistati, se da
un lato la sicurezza rimane un problema
percepito come centrale (86%), dall’altro
ritengono che sarebbe utile dotarsi di
un corpo civile nonviolento e di un vero e
proprio Dicastero che gestisca i numerosi
compiti legati alla gestione dei conflitti
sociali e armati. Un Ministero per la Pace
che sappia gestire i conflitti, promuovere
politiche di disarmo, la difesa civile e i diritti
umani, con un ruolo attivo e propositivo,
sia a livello europeo che in ambito
internazionale.
La maggior parte degli italiani sembra
quindi favorevole all’ipotesi di un Ministero
della Pace, un ruolo finora mai esistito
in Europa, ma da tempo oggetto di proposte
- come Corby in Inghilterra - e che in
Costa Rica e Nepal ha già preso corpo.
«Il nostro fondatore, don Oreste Benzi, diceva
“l’uomo da quando esiste ha sempre
organizzato la guerra, è arrivato il momento
di organizzare la pace” e propose a più
di un Presidente del Consiglio l’istituzione
di un Ministero della Pace. Oggi gli scenari
internazionali e quelli nazionali richiedono
che questa scelta non debba più essere
rimandata ed abbiamo dunque lanciato la
campagna “Ministero della Pace. Una scelta
di Governo”».
È quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda,
Presidente della Comunità Papa Giovanni
XXIII, commentando il sondaggio.
«La risposta che abbiamo ricevuto dalla
società civile è stata sorprendente. –
continua Ramonda – Si sono uniti in questa
battaglia: Azione Cattolica, Focolari,
Sermig, Focsiv, CescProject, Movimento
Nonviolento, Centro per i Diritti umani
dell’ateneo padovano, Gigi De Palo (Forum
Associazioni Familiari) e Anna Maria Furlan
(Cisl). Ed infine, come testimonial, l’attore
Beppe Fiorello».
La necessità di formare un corpo civile
esperto. La consapevolezza che la pace
vada ricercata, promossa e sostenuta anche
con specifiche forze e competenze
emerge in diverse risposte raccolte tra gli
italiani. L’81% degli intervistati ritiene che
il nostro Paese si debba dotare di un Corpo
Civile di Pace specializzato. Nella stessa
direzione va interpretata la sostenuta adesione
al potenziamento (48%) e al mantenimento
(30%) dell’attuale esperienza
svolta dai giovani italiani che nei contesti
di conflitto mettono in atto, per conto dello
Stato, attività nonviolente di promozione
della pace e di tutela dei diritti umani
Così come va potenziata (70%) l’esperienza
dei giovani in servizio civile nazionale,
almeno tra quanti conoscono l’esistenza di
questo servizio.
Militari formati ai diritti umani e alla nonviolenza.
Il 90% degli intervistati pensa
che il metodo nonviolento e il paradigma
dei diritti umani sia utile nelle attività formative
delle forze di polizia e dei carabinieri;
così come l’89% pensa che questa
debba far parte della formazione di base
dei militari e l’86% anche della formazione
culturale degli amministratori pubblici
locali, regionali e nazionali.
Educazione alla Pace nelle scuole. Non
solo i militari ma anche gli studenti devono
apprendere i paradigmi culturali della
pace. Il 90% degli intervistati infatti si dichiara
favorevole a inserire nei programmi
scolastici dell’obbligo un insegnamento
sull’educazione alla pace, ai diritti umani
e alla nonviolenza.
Sicurezza nelle città: non solo militari. La
presenza di militari in alcune aree metropolitane
a rischio del Paese conferma un
forte consenso: il 60% è favorevole ad un
suo potenziamento, mentre il 26% e per
mantenere la misura in corso senza rafforzarla.
Dall’indagine emerge che l’adesione
alla misura di contenimento militare prevista
dai Governi nazionali va di pari passo
con la messa in campo di interventi rivolti
alla promozione del dialogo e alla composizione
dei conflitti, in un modo rispettoso
dei diritti umani. Pertanto, ben il 69% degli
italiani sarebbe favorevole alla presenza,
accanto ai militari, di civili specializzati
in pratiche di mediazione e di accompagnamento
sociale.
La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove,
insieme ad un cartello di associazioni,
la campagna “Ministero della Pace, una
scelta di Governo”. La proposta ha l’obiettivo
di far istituire nel prossimo Governo,
per la prima volta in Europa, un Ministero
che si occupi delle politiche di Pace, sia in
Italia che all’estero. Tutte le informazioni e
gli approfondimenti sul sito www.ministerodellapace.org.
Per avere un riscontro sul livello di favore
che la proposta di istituzione di un
Ministero della Pace trova tra l’elettorato
italiano, è stata realizzata un’indagine rivolta
a un campione rappresentativo degli
elettori italiani. Agli intervistati è stato
proposto un questionario articolato in
cinque aree tematiche e composto da 38
domande. Oltre a verificare il “polso della
gente” rispetto al livello di adesione alla
proposta del nuovo ministero e delle sue
competenze, le domande hanno riguardato
anche orientamenti più generali, in
particolare: la sensibilità verso i temi della
pace, della mediazione nonviolenta e dei
diritti umani; le concezioni della guerra e
della pace nonché la fattibilità sul campo
della mediazione nonviolenta dei conflitti,
della riduzione delle spese militari e della
riconversione dell’industria delle armi; il
tema della sicurezza nelle aree metropolitane
del Paese; la valutazione sulle missioni
italiane all’estero e sull’impegno dei
Corpi civili di pace e del Servizio civile; il
giudizio sul ruolo degli attori internazionali
nella gestione e prevenzione dei conflitti
armati.
Nota metodologica
L’indagine è stata progettata e diretta dal
punto di vista scientifico dal Centro di
Ateneo per i Diritti Umani dell’Università
di Padova. La popolazione di riferimento
è costituita dalla popolazione adulta residente
in Italia in possesso di telefonia fissa,
mobile o iscritta al Panel online Opinioni.net.
Il sondaggio è stato realizzato, via
Cati, Cami e Cawi, dalla società Demetra
di Venezia tra il 30 gennaio e il 5 febbraio
2018. Il campione di intervistati di 1.024
persone (rifiuti/sostituzioni: 8.675) è rappresentativo
della popolazione di riferimento
per genere, fascia di età, zona geografica
e dimensione comunale (margine
massimo di errore al livello fiduciario del
95%: 3,05%). I dati sono stati successivamente
ponderati anche in base al titolo di
studio e sono stati trattati ed elaborati in
forma anonima. La documentazione completa
è disponibile su www.agcom.it.