Storie
di Raffaele Dicembrino
In Siria troppi interessi economico-politici e poco rispetto per la sovranità nazionale
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
ARTICOLO TRATTO DALLA VERSIONE PER ABBONATI, SOSTIENI LA CROCE ABBONANDOTI QUI http://www.lacrocequotidiano.it/abbonarsi-ora
Questa volta per raccontarvi di quanto sta accadendo in Siria partiamo dalle Borse! Le Borse? Ebbene proprio così e la novità non è certo di poco conto: in Siria si muore, siamo sull’orlo di un conflitto che rischia di divenire mondiale (anche se in realtà già lo è quasi da mesi) e l’economia sembra poter essere la spinta finale verso un conflitto devastante.
Da qualche ora infatti i mercati finanziari stanno festeggiando l’escalation di violenza
L’euforia sui mercati è dovuta all’escalation che sta avendo la guerra in Siria.
Perché le guerre, quelle vere, fanno sì morti e distruzioni, ma in posti lontani (almeno per ora!). Negli Stati Uniti, ed in Europa le guerre si leggono soltanto sui giornali, nessuna casa viene bombardata, in Occidente le guerre fanno salire le Borse sempre e comunque!
La politica “occidentale” non smette di trattare i propri cittadini come decerebrati (ed il problema è che molti cittadini cadono in pieno nel tranello), e si tira fuori la scusa più idiota e stupida (oltre che naturalmente falsa) “l’attacco chimico”. Già un’ottima scusa per poter sganciare bombe sulla testa di persone che continuano a subire il bello e il cattivo tempo dei Paesi invasori!
Così ecco che Wall Street suona la carica e trascina anche le Borse del Vecchio Continente, Francoforte (+1,1%), Londra (+1,0%) e Parigi (+0,7%) mettono a segno ottime performances, ed anche Milano ha concluso la seduta sui massimi di giornata.
Ovviamente è stata la seduta di riscatto per i titoli “legati” agli Stati Uniti, quindi hanno avuto eccellenti performances anche Stmicroelectronics (+2,61%), Prysmian (+2,36%) e Buzzi Unicem (+1,94%). Molto bene anche Telecom.
Ma torniamo agli eventi bellici. E’ stata una giornata molto difficile con gli USA, spronati da Israele pronti a pianificare un attacco. Dall’altra parte Russia, Siria ed Iran hanno gridato a gran voce la loro innocenza parlando di complotto orchestrato dagli israeliani convinti oppositori dell’avanzata iraniana in Siria.
Siriani, russi e iraniani hanno messo in stato d’allarme le basi temendo un possibile attacco. In particolare la difesa anti-aerea gestita da Mosca scruta l’orizzonte e il mare antistante la costa del Paese alleato. Tra gli scenari prefigurati c’è un possibile bombardamento con missili da crociera, la ripetizione di quanto avvenne un anno fa quando la Casa Bianca fece sparare una cinquantina di ordigni contro installazioni del regime. Due aerei da ricognizione russi IL 38 sono stati segnalati «al lavoro» in uno spazio di mare molto affollato. Gli israeliani hanno spostato alcune batterie anti-missile Iron Dome nella zona del Golan. E secondo la rete NBC sempre i russi avrebbero disturbato elettronicamente l’attività dei droni statunitensi rendendo difficili le loro incursioni a caccia di dati.
La Us Navy ha annunciato pubblicamente, con tanto di foto, la partenza da Larnaca (Cipro) della nave «Donald Cook», unità dotata di cruise. In zona c’è anche una «gemella». Fonti turche hanno sostenuto che velivoli russi avrebbero compiuto azioni di disturbo. Notizia smentita dagli americani. Episodio analogo avrebbe coinvolto la fregata francese Aquitaine.
Molte le stranezze sul presunto attacco sismico: appare colpire solo donne e bambini, non ha effetti sui terroristi, vene trattato con acqua senza maschere e davanti alle telecamere e accade quando viene liberata una zona dai ‘ribelli’.
Esperti Militari e Medici e volontari della Mezzaluna rossa da dentro Douma hanno più volte ribadito che non vi sono casi o prove sul presunto attacco chimico!
Il collega esperto di guerre, Giulietto Chiesa ha twittato nel pomeriggio con informazioni molto allarmanti“Ritengo attendibili le informazioni che, da più parti, segnalano la mobilitazione generale delle difese russe lungo tutti i confini. Incluse le frontiere tra Russia e Ucraina. E, ovviamente, su tutta l’area del mediterraneo orientale, il Mar Nero e l’intero territorio siriano. Se la coalizione occidentale bombarderà Damasco è altamente probabile uno scontro diretto con le forze russe. E questo è lo scenario più tranquillo”. In effetti la tensione è stata a lungo a livelli molto elevati. Verso le 19.30 italiane la svolta attesa che per ora abbassa i toni della contesa: l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha accettato l’invito congiunto siriano e russo a visitare il sobborgo liberato di Douma, a Damasco, dove gli Stati Uniti ei suoi alleati del Takfiri hanno affermato che un attacco di armi chimiche ha avuto luogo. Dall’OPCW è poi giunta una precisazione: “Ieri alle Nazioni Unite, l’ambasciatore russo Vasily Nebenzya ha dichiarato che l’evento è stato cinicamente inscenato e che non sorprende che l’Iran e la Russia siano accusati di un inganno, insieme al governo siriano. L’ambasciatore ha confermato che nel terreno del presunto attacco non sono stati trovati agenti nervini o cloro e che quando i locali sono stati intervistati, non un singolo residente ha confermato un attacco chimico. Inoltre, non ci sono cadaveri nell’area e nessuna informazione su dove potrebbero essere seppelliti i presunti cadaveri. Infine, Nebenzya ha sottolineato che il Syrian Red Cresent ha dichiarato che hanno aiutato coloro che sono esposti a gas tossici. In realtà la Mezzaluna Rossa non ha mai sperimentato nulla di simile a Douma.
Ha tuttavia insistito affinché l’OPCW conducesse un’indagine indipendente sulle richieste di armi chimiche, un sentimento echeggiato dall’ambasciatore siriano presso l’ONU Dr. Bashar al-Jaafari e Staffan de Mistura, l’inviato delle Nazioni Unite in Siria. De Mistura ha inoltre affermato che, per la prima volta nella sua esperienza con il conflitto in Siria, teme che un conflitto globale più ampio potrebbe esplodere se la situazione non viene immediatamente ridimensionata.
L’OPCW ha affermato che i suoi rappresentanti intendono recarsi in Siria in breve tempo. Il segretariato tecnico dell’OPCW ha chiesto alla Repubblica araba siriana di prendere le misure necessarie per tale spiegamento. Ciò è coinciso con una richiesta della Repubblica araba siriana e della Federazione russa di indagare sulle accuse di uso di armi chimiche a Douma. Il team si sta preparando a dispiegare in Siria a breve “.
In attesa delle verifiche (che però ricordiamo sono facilmente manipolabili) la Russia lancia pesanti accuse ad Israele. Nei sette anni di guerra in Siria i raid israeliani sono stati un centinaio: non un intervento nel conflitto ma operazioni per impedire il trasferimento di armamenti dall’Iran all’Hezbollah libanese. E’ la prima volta che i russi decidono di infrangere l’ambiguità tattica mantenuta dai comandanti dello Stato ebraico che hanno preferito non attribuirsi le operazioni. La base T4 era già stata colpita a metà febbraio dopo che un drone iraniano si era infiltrato a nord del Paese, nel bombardamento di rappresaglia un jet israeliano era stato abbattuto, i due piloti feriti.
Amos Yadlin, già capo dell’intelligence militare ed attualmente direttore dell’Institute for National Security Studies all’università di Tel Aviv, ha richiesto un intervento «ufficiale» nella guerra: “È importante che Israele renda chiara la sua posizione morale, a pochi giorni dal momento in cui commemoriamo l’Olocausto, e colpisca un assassino che non esita a usare armi di distruzione di massa contro la sua gente. In questo caso gli interessi strategici coincidono con un obbligo etico”. Mosca ha replicato che, secondo i suoi esperti militari e «rappresentanti della Mezzaluna rossa», non ci sono “tracce di cloro o di altre sostanze chimiche usate contro i civili. Le leadership di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sono impegnate in una politica dello scontro con Russia e Siria, ha aggiunto l’ambasciatore di Mosca al Palazzo di Vetro, Vassily Nebenzia, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Siria. Quindi ha sottolineato come sia evidente una politica deliberata per alimentare le tensioni internazionali da parte di «Washington e coloro che la seguono ciecamente a Londra e Parigi”.