Società
di Mario Adinolfi
Una capitale uccisa
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Desiré aveva sedici anni, è stata drogata e violentata e uccisa a San Lorenzo, nel centro di Roma, in uno stabile fatiscente di via dei Lucani che è una nota piazza di spaccio dove i seminatori di morte agiscono ogni fine settimana indisturbati in una città il cui sindaco si è dichiarato favorevole alla liberalizzazione delle droghe, stringendo in campagna elettorale un patto in tal senso persino con l’odiato candidato del Pd. Il Popolo della Famiglia in quella stessa campagna elettorale dichiarava, irriso, che sarebbe andato con il sindaco in fascia tricolore a attaccare fisicamente con la polizia di Roma Capitale per chiudere le colonie del male che mettono a rischio ogni fine settimana la vita dei nostri figli, con la droga spacciata senza alcun controllo e l’alcool che scorre a fiumi. Tutto questo in una città uccisa, dove un acquazzone di dieci minuti nella sera tra domenica e lunedì ha scatenato una sorte di inondazione nelle periferie dove tombini e punti di scolo non vengono mai puliti, dove il trasporto pubblico è ridotto ai minimi termini, dove nelle stazioni della metropolitana si sfasciano all’improvviso le scale mobili e causano decine di feriti alcuni molto gravi, dove le buche per le strade, sì, le buche per le strade e in generale la loro pessima manutenzione hanno causato tra tamponamenti, scivolamenti, investimenti e incidenti vari nei primi nove mesi dell’anno ben 107 morti e migliaia di feriti (sono stati 140 i morti nel 2017). Tra gli ultimi arrestati per spaccio di droga e usura a Roma c’era anche una dipendente del Comune. Immagine tragica di una città non più decadente ma decaduta, a partire dalle sue istituzioni. E la Raggi pensa a togliere i manifesti di ProVita contro l’utero in affitto…