Politica
di Mirko De Carli
Perché non siamo soli ma siamo solo noi
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Caro Marco,
con te comincia il mio dialogo diretto con i tanti che mi scrivono tutti i giorni e a cui cerco di rispondere anche a notte fonda. Perché fare politica (e questo l’ho imparato da maestri come Aldo Brandirali) significa servire il bisogno dell’uomo sempre e comunque. Mi spiace sentire nelle tue parole un forte rammarico per il risultato elettorale del PdF: è vero, non abbiamo conseguito il consenso che ci aspettavamo ma siamo ancora vivi nonostante l’onda leghista che ha travolto la politica italiana. Basta dire questo? No, occorre (come dici tu) riflettere sulle ragioni di questo crollo di voti rispetto alle politiche dell’anno scorso e bisogna farlo con forte spirito di autocritica.
Mi hai scritto che, secondo te, è stato un voto sprecato, buttato: non sono d’accordo. È un voto speso a dare un segnale controcorrente nonostante il rischio di irrilevanza: c’è un disperato bisogno di una comunità politica di “senza potere” che rimettano al centro il lavoro, l’impresa e l’aiuto al prossimo come leve per ridare speranza alla famiglia e per dare ragioni valide ai giovani per fare famiglia e fare figli.
Una cosa è certa: ora occorre lavorare in modo diverso e con un’ampia dose di umiltà e pazienza. Occorre incontrare le “opere” presenti nei territori: liste civiche, cooperative sociali, associazioni di volontariato, scuole libere e imprese familiari. È necessario farlo partendo dall’ascolto delle loro esperienze, assorbendo ciò che di buono hanno messo in campo e proponendogli un dialogo fecondo teso a dargli rappresentanza leale nelle istituzioni repubblicane di ogni livello. Il Pdf deve essere sempre di più una cornice capace di unire le tante sfumature presenti nel paese che hanno tradotto l’umanesimo contemporaneo in azioni concrete e capaci di bene per tutti.
Ogni comune, ogni provincia, ogni regione ha una sua storia, delle sue tradizioni e un particolare #fattoinfamiglia: siamo chiamati a conoscerlo, stimarlo e aiutarlo a dare le risposte che le famiglie chiedono. Facciamo politica non etica: si promuove la vita con le leggi, con le opere e con interventi economici seri e mirati.
Caro Marco mi chiedi da che programma partirà questo lavoro: inizierà dai punti che ho stilato per la campagna delle elezioni europee e che vedono al primo posto il #farefamiglia, il #fattoinfamiglia, la #libertàscolastica e la #bellezzadelcreato. Ripartiamo dalla realtà per far sì che il Pdf diventi sempre di più un movimento di riscatto nazionale capace di unire storie diverse che hanno però un comune denominatore: l’amore per la propria terra, da cui trae linfa il desiderio irriducibile di fare famiglia, impresa e opere.
Il modello lo abbiamo praticato a Modena, a Reggio Emilia, a Venezia e nei comuni sotto i 15.000 abitanti a Correggio: abbiamo eletto consiglieri o abbiamo vinto la gara delle preferenze come Pdf dentro a realtà di liste elettorali più ampie e capaci di aggregare attorno ad un programma condiviso e fondato sulle priorità proprie della nostra storia un consenso che va oltre il semplice voto identitario. Lo abbiamo fatto sempre con la gioia di esporre il nostro simbolo ma senza la presunzione di essere “gli unici” o”i migliori”. Occorre ora avere la forza di creare sempre più rete con i tanti “senza potere” presenti nelle nostre città e a cui nessuno ha mai dato un megafono di rappresentanza.
Caro Marco è un lavoro duro, arduo e lungo ma dove tutti possiamo essere davvero protagonisti: la vera sfida, come dico da sempre, è la rappresentanza e non il consenso (quello arriverà di conseguenza). Ci vediamo in #giroxitalia
Per chi vuole scrivermi mandate mail a [email protected]