Società
di Simone Boscali
La Fede vissuta
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Quando si parla di declino della fede, del pensiero, potremmo dire persino dello stile cristiano-cattolico nella società di oggi, siamo soliti pensare alle chiese che si svuotano, all’anticlericalismo strisciante e alla corruzione interna alla Chiesta stessa, tutt’altro che impermeabile alle influenze del mondo e al pensiero unico dominante che ne sta logorando via via l’aderenza alla dottrina e, da un anno e mezzo in qua, persino alla liturgia.
Esiste però un motivo di crisi forse ancora più significativo, un corto circuito spirituale a monte di quanto detto e che, probabilmente, ne è semmai la causa. Questo corto circuito è il visibile, palese solco che da decenni divide l’aderenza alla fede cattolica in termini puramente trascendenti da un lato, dalla loro applicazione pratica su questa Terra dall’altro. Attenzione, non si stanno qui mettendo in discussione le eventuali incoerenze o ipocrisie dei fedeli – poiché incoerenze e ipocrisie sono presenti in ogni ambito sociale e non sono certo esclusiva dei cattolici – ma l’incapacità a leggere il corso degli eventi terreni in base alle rivelazioni delle Scritture.
Cosa si vuol dire con ciò? Le Scritture sono, evidentemente, Sacre, pertanto non possono essere derubricate a vaghi racconti formativi o pedagogici come le le favole di Esopo o la fiaba di Cappuccetto Rosso. Se il fedele le considera Parola rivelata da Dio, Essa andrà tenuta nella dovuta considerazione nel momento in cui si va a valutare la realtà materiale, storica, in cui il fedele stesso è calato e dovrà necessariamente farne una chiave di interpretazione privilegiata rispetto ad ogni altra.
L’essere umano dotato di libero arbitrio non è ovviamente obbligato a questo tipo di lettura, sia chiaro. Ma se sceglie altro, semplicemente, significa che sta rifiutando il primato delle Scritture e quindi l’aderenza alla cristianità. Qui emerge il corto circuito cui si è accennato: il cristiano-cattolico oggi pensa di poter essere tale pur non filtrando la realtà storica alla luce di quanto la Bibbia ci ha anticipato nei suoi insegnamenti escatologici, in particolare nei Vangeli e nel libro dell’Apocalisse. Questi insegnamenti, quando non sono respinti, sono considerati semplicemente nel loro livello simbolico oppure, secondo un meccanismo consolidato nella mente umana, sono sospinti nel mito, rimandati a un tempo continuamente di là dal venire, non potendosi accettare l’idea che Secondo Avvento, abominio della desolazione e sconvolgimento delle potenze del cielo possano davvero verificarsi sotto i nostri occhi.
I nostri giorni, i nostri 570 giorni in compagnia del discorso covid-19, con tutto il loro carico di negatività, ci restituiscono però la possibilità di comprendere e persino di sanare questa mancanza del credo cristiano, esattamente come solo la pressione può spremere dall’oliva l’olio migliore a tempo debito. Un lettore attento delle Scritture, per esempio, non potrà non cogliere l’attualità del passaggio di Matteo 10, 17-22, Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il Fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
Chi scrive non è forse all’altezza di imporre la propria interpretazione di questi passi, ciò nonostante essi sono stati scritti e su di essi il credente fonda la propria fede. Non dovrebbe innanzitutto coglierci impreparati, di questi tempi, l’immagine di una minoranza odiata e perseguitata per la propria fedeltà al Cristo, ossia l’incarnazione della Verità. Perché oggi più che mai il dissenso rispetto al pensiero unico, tanto dogmatico da incarnare una sorta di neo-paganesimo, è criminalizzato e chi se ne fa portatore è destinato, sul piano figurato quando non giuridico, ad essere portato davanti ai tribunali. Tali sono le divisioni e le tensioni che esse arrivano davvero a colpire anche l’interno della prima e più tenera forma di Chiesa, la famiglia, laddove tra coniugi, genitori e figli, fratelli, si producono lacerazioni per il diverso modo di considerare i tempi in cui viviamo e l’approccio sanitario da tenere. Col rischio di essere pedanti, e pesanti, ricordiamo di nuovo Matteo 24, 7-12, Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno pestilenze, carestie e terremoti in vari luoghi. Ma tutte queste cose non saranno che il principio dei dolori. Allora vi metteranno al supplizio e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni per causa del mio nome. Allora molti soccomberanno e si tradiranno l’un l’altro e si odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e sedurranno molti. E, per il moltiplicarsi dell’iniquità, in molti si raffredderà la carità. Ma chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo. Non appare così difficile qui vedere parallelismi tutt’altro che aleatori tra le crisi mondiali di varia natura che si succedono da anni, e che si profilano nell’immediato futuro, e i primi dolori di cui parla l’evangelista. E che dire del proliferare dei falsi profeti, dei lucignoli, delle piccole scuole spirituali, spesso di maldestra impronta orientaleggiante, che promettono l’illuminazione con la frequenza di corsi base, avanzato e master, le quali altro non sono che i veri instrumenti regni, arma di distrazione di massa con le quali l’uomo nichilista moderno è allontanato dai problemi che dovrebbe affrontare ricavandone in più l’illusione di una realizzazione spirituale?
E che dire poi del passaggio dell’Apocalisse in cui si parla del celebre marchio della bestia, 13, 16 – 17, Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Di nuovo, chi scrive non può e non vuole imporre con dogma di infallibilità la propria lettura di questo passaggio, ma ricordare che il passaggio esiste e anche in questo caso il fedele non può soprassedere alla leggera come fosse metafora di qualcosa di indefinito, un vago insegnamento morale o mitologico. In epoca di ossessivi tracciamenti personali con ritrovati tecnologici sempre più invasivi e al tempo stesso vincolanti per avere l’accesso a servizi che sino a poco fa avremmo dato per scontati, non sembra così irrazionale applicare alla nostra realtà questi versi apocalittici e vedervi una possibile, ripeto, possibile interpretazione delle varie certificazioni verdi, obblighi sanitari e via discorrendo, il tutto guarda caso messo in pratica dopo i primi dolori di cui il Cristo aveva già parlato in Matteo.
Eppure anche nel mare di lacrime la salvezza è possibile, Possibilissima, anzi, certa. A patto di essere pronti a rimanere aderenti al proprio credo e quindi a considerare la Parola di Dio come viva e presente nel mondo e non come mero esercizio di retorica teologica. E restituire alla Parola il giusto valore potrebbe necessariamente significare soffrire, prepararsi all’esclusione sociale per non dire alla persecuzione. Un cammino del resto già tracciato proprio dai paleocristiani quando un’altra civiltà, quella dell’Impero Romano, aveva iniziato una spaventosa picchiata antropologica e culturale esattamente come la nostra. Come la lettura della Bibbia vada interpretata nei suoi passaggi escatologici è una questione seria che non va lasciata al relativismo di ciascuno. Il rischio, in questo caso, è quello di voler vedere nella Scrittura ciò che si vuole in base a proprie convinzioni personali che magari poco o nulla hanno a che spartire con la fede cristiana. Ma è imperativo recuperare il valore pratico e immediato di questi scritti per un motivo semplice e pesante come un macigno al tempo stesso: si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo, recitiamo nel Credo. Certamente noi siamo esseri prima di tutto spirituali e i nostri corpi altro non sono che l’automobile, per così dire, con la quale facciamo un viaggio qui sulla Terra. Ma questa Terra, la materia è stata onorata da Dio nel momento in cui lui stesso ha preso corpo ed è sceso umilmente nel qui ed ora per rinnovare la via dei propri insegnamenti. Ed è dunque dal qui ed ora, con conseguente rilettura della Bibbia anche nell’immanenza, che dobbiamo ripartire per realizzare noi stessi come cristiani senza temere per questo l’etichetta automatica che la nostra società politicamente corretta sarà pronta a riservare: quella del fondamentalismo.
Nessuno ovviamente ha mai detto che sarà facile. Ma certamente ne varrà la pena proprio perché chi avrà perseverato sino alla fine, questi sarà salvo.