Politica

di Mario Adinolfi

UN LAVORO CHE CONTINUA

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

Cinque anni fa, nel giugno 2016, quando il Popolo della Famiglia esordì alle amministrative, non eleggemmo nessuno. Immediatamente ci diedero per “morti nella culla” e si alzarono voci esterne ma anche interne che tra il cattivo e il derisorio chiedevano la chiusura immediata dell’esperimento politico di un soggetto politico autonomo cristianamente ispirato che intendeva dare battaglia in particolare sui “principi non negoziabili” indicati da Papa Benedetto XVI al raduno del Partito popolare europeo del 30 marzo 2006. Ricordo un Maurizio Crozza violentissimo affibbiarmi l’epiteto di “prefisso” per lo zerovirgola ottenuto a Roma come candidato sindaco. Mi chiesi già allora perchè tutta quella attenzione cattiva verso di noi quando c’erano altri che avevano preso meno voti ed avevano storie ben più lunghe della nostra. È accaduto anche ieri con la povera Fabiola che ha ben dieci candidati sindaco votati meno di lei, che portano simboli storici come la falce e martello o la fiamma, ma per loro nessuna irrisione.

Ci volevano morti in culla e invece fummo tenaci e cominciammo ogni anno ad eleggere consiglieri comunali e municipali in tutta Italia. A ogni elezione qualche pidieffino entrava nelle istituzioni. Con la tornata del 3 e 4 ottobre 2021 stabiliamo un record per quantità e qualità degli eletti: un consigliere comunale a Napoli con quattro consiglieri municipali, un consigliere a Pianezza, uno a Busto Arsizio, uno a Gallarate, pronti a lavorare per centrare con la vittoria al ballottaggio anche il seggio a Varese. Resta il rammarico per Inverigo dove l’elezione ci sfugge per 3 preferenze e soprattutto per il consiglio regionale della Calabria dove non basta il 3.1% e il pidieffino come candidato più votato della lista unitaria con NCI perché per la legge calabrese lo sbarramento è più alto e fissato al 4%.

Questo gruppo corposo di eletti si innesta su un tessuto di pidieffini già presenti nelle istituzioni da tempo, dal Veneto all’Emilia Romagna al Lazio. Ci volevano uccidere in culla e invece oggi siamo il partito extraparlamentare più forte che esista in Italia, per quantità e qualità di eletti nelle amministrazioni locali in maggioranza come a Venezia, all’opposizione come a Modena, al lavoro per la ricostruzione di un’alternativa come a Napoli. In cinque anni abbiamo fatto questo e a ogni elezione ne mandiamo nelle istituzioni qualcuno in più. Al congresso nazionale di un anno fa abbiamo indicato l’obiettivo di andare al governo del Paese. Una forza che prende 42.711 voti in condizioni così difficili su meno di cinque milioni di schede valide, è una forza che sui trenta milioni di schede valide delle elezioni politiche vale già centinaia di migliaia di voti. Vanno fatti crescere, va proseguito il lavoro, senza lasciarsi impressionare da qualche cattiveria lanciata approfittando di uno o due risultati particolarmente negativi, dovuti alle condizioni impossibili di praticabilità politica visto il totale azzeramento mediatico che ha riguardato ad esempio a Roma i 18 candidati sindaco completamente ignorati rispetto ai 4 principali e quindi condannati scientemente e tutti all’irrilevanza.

Bisogna proseguire in un lavoro che in cinque anni ha dato frutti evidenti che mai sarebbero nati se avessimo creduto alla ferocia di Crozza e di alcuni suoi epigoni interni nel 2016. Come presidente eletto al congresso nazionale mantengo fermo il mio impegno a far crescere il PdF pronto come sempre a comprendere chi dovesse sentirsi stanco, tanto abbiamo sempre trovato i sostituti dei delusi, senza dover faticare neanche tanto. La linea è chiara e non cambia. Oggi a Roberto D’Agostino che, svolgendo il lavoro di Crozza nel 2016, mi invitava a tornare a giocare a poker abbandonando la politica ho dovuto rispondere che non posso. Non posso perché Marco Cappato ha appena consegnato 1,2 milioni di firme sull’eutanasia e se non ci fosse il Popolo della Famiglia non ci sarebbe nessuno a opporsi, nessun altro partito ha emesso un fiato contro quel referendum di morte. E non posso perché tra due settimane torneranno alla carica con il ddl Zan e abbiamo capito ormai che nei momenti decisivi in alcuni partiti delle assenze strategiche potrebbero causare una sorprendente approvazione della legge più liberticida della storia della Repubblica. Non posso perché vogliono un referendum pure su droga libera e patente lasciata in mano a chi viene trovato con addosso più dosi e se non ci fosse il Popolo della Famiglia non sapreste neanche cosa c’è scritto veramente in quel quesito e quali conseguenze comporta.

Il piccolo partito denominato Popolo della Famiglia assolve ad un ruolo storico di rappresentanza politica di un’area e di alcuni valori precisi. Lo fa con i suoi sempre crescenti eletti nelle istituzioni, lo fa con la sua elaborazione politica (leggere gli Albi cartacei de La Croce per credere), lo fa con la battaglia quotidiana sui media. Lo fa in vista dell’ormai non lontano ingresso al governo del Paese, obiettivo che resta indicato come scopo di questa intensa e faticosissima attività elettorale di cui però come pidieffini siamo orgogliosi perché in questi cinque anni tanta strada è stata fatta, con risultati tangibili che sarebbe sciocco minimizzare. Nessuno ha il numero di eletti nelle istituzioni che ha il Popolo della Famiglia, da Nord a Sud e fino alle Isole, tra i partiti che stanno fuori dal Parlamento. E in Parlamento presto entreremo per combattere anche da lì le nostre chiare e note battaglie. Che se non ci fosse il Popolo della Famiglia non combatterebbe nessuno.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

06/10/2021
2709/2023
S. Vincenzo de' Paoli

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Politica

La riforma della scuola è legge, ora un milione di sentinelle

Il gender entra in classe, la risposta deve essere dei genitori, lo strumento è quello del “consenso informato”: no alla colonizzazione ideologica, giù le mani dai nostri figli

Leggi tutto

Chiesa

Pubblicate le Annotazioni di Kiko

Ha avuto un seguito ideale “Il Kerigma. Nelle baracche coi poveri”, col quale Francisco Argüello, meglio noto come Kiko, si mostrava avviato all’età dei
bilanci complessivi e delle memorie: Cantagalli ha da poco dato alle stampe “Annotazioni”. In questo volume, composto di 506 frammenti «da sorseggiare
con calma», si trova “il giornale dell’anima” del fondatore del Cammino Neocatecumenale. E di tanto in tanto, sullo sfondo, compaiono fatti noti e ignoti
dalla tua santità sopra il mio essere peccatore. – scrive nel 1998 – Il tuo amore appare sopra di me e mi distrugge, mi annienta , mi crocifigge. Signore, abbi pietà di me!»
(n.300). Spesso, come molti mistici, tra i quali mi viene in mente la stessa Madre Teresa di Calcutta, le parole di Kiko mostrano il tormento della “notte oscura”, del sentirsi come abbandonati ed infinitamente lontani dall’Amato, uno spasimo che si trasforma a volte in poesia «C’è un amore che fa dolere il cuore, c’è un dolore che è pieno d’amore…È l’assenza. (…) Siamo nel deserto abbracciati a Te, Signore e in Te a tutti fino all’infinito. Assenza di Dio» (n.353). Rincorre quest’uomo che molto, moltissimo ha realizzato, in un paradosso tutto cristiano, la “santa umiltà di Cristo”. Che non è finta modestia, un atteggiarsi ipocrita, ma è essenzialmente obbedienza alla Volontà di Dio, accettazione delle ingiustizie e delle calunnie perché «Tutto ciò in cui c’è Dio è umile» (n.5) e perché «Sali a Dio scendendo i gradini dell’umiltà» (n.9), fino a contemplare in essa la bellezza di Dio «Perché la bellezza è umile? Che mistero! Perché l’umiltà è bellissima? Ti ho visto Signore. Sì, Tu eri in quella donna abbandonata nel corridoio di un ospedale. Ti vidi nella strada buttato tra cartoni e spazzatura. Oh, santa umiltà di Cristo, chi ti potrà trovare! Ti trovai e mi toccasti il cuore, e non fui più lo stesso (…).» (n.473).
E veramente la vita di questo pittore di succe s s o , destinato alla gloria del mondo, ad una carriera da artista, è stata rivoluzionata in modo sorprendente dall’incontro con Cristo, trasformandosi in zelo per l’evangelizzazione e per l’annuncio dell’amore di Dio all’umanità sofferente «Benedetto sia il tuo nome, Signore. Benedette la tua tenerezza e misericordia. [Il Signore] viene ad incendiare la terra. Il mio spirito arde, brucia in Te, Dio mio. Geme il mio cuore vedendo ovunque il tuo nome vilipeso e l’uomo sfruttato, colpito, ingannato in una società che vuole crocefiggerti di nuovo. Superstizione, magia,
idolatria. Si assassina il pudore nei giovani. Aborto, omosessualità, sesso libero. Tutto ciò che è santo viene insultato e presentato

Leggi tutto

Società

UNAR, TUTTO QUELLO CHE LE IENE NON VI HANNO DETTO

Il Popolo della Famiglia aveva denunciato questa situazione a Roma quasi un anno fa, in occasione della sua campagna elettorale nella Capitale in cui chiedeva di “estirpare le colonie del male”, indicando proprio in circoli e dark room come quelle finanziate dallo Stato i luoghi dove si sviluppava una cultura del sesso promiscuo che mescolato al consumo sistematico di droghe aveva portato a tragedie come quelle dell’omicidio di Luca Varani. Proprio per questa attività di indagine e denuncia che il Popolo della Famiglia a Roma porta avanti fin dalla sua fondazione nel marzo 2016, siamo in grado di fornirvi i dettagli che Le Iene hanno deliberatamente occultato, non indicando ad esempio il nome dell’associazione finanziata, l’importo complessivo del bando, il legame a doppio filo tra il direttore dell’Unar Francesco Spano e questa associazione ed altre questioni che qui riveleremo.

Leggi tutto

Politica

AGNESE E LO STERMINIO

Al Copenhagen Post non farà piacere sapere però che nella corsa nazista allo sterminio la Danimarca è stata surclassata dall’Islanda, dove l’aborto per i bambini con diagnosi prenatale che fa emergere la Trisomia 21 riguarda il 100% dei casi e “da cinque anni non nascono i Down”. Evviva. Inutile ricordare che la Danimarca è il primo paese europeo ad aver legalizzato le unioni civili gay (1989) e come in Islanda vengono consentite formazioni familiari derivanti da utero in affitto: il bambino, insomma, è per quegli ordinamenti giuridici una “cosa” acquistabile appartenente agli acquirenti. In una visione antropologica e giuridica di questo tipo ovviamente la “cosa” fallata va eliminata.

Leggi tutto

Storie

Manuel Agnelli, Jax Fedez e le parole false

Fedez, compagno di merenda lautamente pagata da Sky Italia nei “live” di XFactor, seduto allo stesso banco di Agnelli si è illuminato e ha esultato quando ha sentito il cantante leader degli Afterhours insultare il mio nome. Già, perché lo stesso Fedez insieme a JAx, sempre leggendo in maniera imbarazzante un testo scritto da altri, nel corso della trasmissione le Iene qualche mese fa si era reso protagonista di un altro vergognoso insulto, con tanto di gestualità, rivolto a me come personificazione di tutte le famiglie che avevano partecipato ai Family Day.

Leggi tutto

Politica

Conte e la transizione infinita

Governare è compito pesante, più che mai governare l’Italia. Nell’ultimo quarto di secolo abbiamo avuto leadership tutte selezionate attraverso il contesto della comunicazione e alla fine tutte fallimentari. Il Berlusconi del 38% è un pallido ricordo eppure lo prese appena dieci anni fa, oggi è al 12%. Ci hanno costretto a subire anche la stagione dei tecnici, tenuti in piedi da una stampa osannante, anche lì fu tutta comunicazione e Mario Monti poté permettersi di formare persino un proprio partito che prese un decisivo 10% alle elezioni politiche del 2013. Oggi quel partito vale zero voti e il senatore a vita Monti nel dibattito per la fiducia a Conte al Senato è stato costretto a subire l’onta del presidente Casellati che gli ha staccato il microfono perché era stato prolisso. Un altro capace dominatore dei sistemi di comunicazione, Matteo Renzi, regalando 80 euro ai dipendenti italiani è arrivato a toccare il 41% dei voti alle elezioni del 2014, oggi si arrabatta al 18% e fa il membro di quel Senato che voleva abolire

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano