Politica
di Roberto Signori
L’Europarlamento condanna il tribunale costituzionale polacco
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In una risoluzione approvata con 502 voti favorevoli, 153 contrari e 16 astensioni, gli eurodeputati hanno sottolineato che il Tribunale costituzionale polacco manca di validità giuridica e indipendenza ed è privo di qualifiche per interpretare la costituzione del paese. Dopo l’acceso dibattito in plenaria di martedì alla presenza del primo ministro polacco e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il Parlamento “deplora profondamente” la decisione del 7 ottobre 2021 “in quanto attacco alla comunità europea di valori e leggi nel suo complesso” e afferma che il Tribunale è stato trasformato “in uno strumento per legalizzare le attività illegali delle autorità”.
Nel testo, il Parlamento plaude alle decine di migliaia di manifestanti che sono scesi in piazza in proteste di massa pacifiche contro la decisione del Tribunale e per il loro desiderio di una Polonia democratica forte al centro del progetto europeo. I deputati ribadiscono il loro sostegno ai giudici polacchi che applicano ancora il primato del diritto dell’UE e che deferiscono i casi alla Corte di giustizia europea, nonostante il rischio per la loro carriera.
I deputati sottolineano che, secondo la costituzione della Polonia, i trattati UE devono essere direttamente applicati nell’ordinamento giuridico interno e prevalgono in caso di conflitto di leggi. Accusano il primo ministro polacco di “utilizzare indebitamente il potere giudiziario come strumento per realizzare la propria agenda politica” e affermano che la Polonia si è volontariamente impegnata a essere vincolata alle disposizioni dei trattati istitutivi e alla giurisprudenza della Corte di giustizia europea.
Ripristinare lo Stato di diritto senza danneggiare i cittadini
Il Parlamento chiede dunque che il denaro dei contribuenti dell’UE non venga concesso ai governi che “in modo flagrante, mirato e sistematico” minano i valori europei, e chiede a Commissione e Consiglio di intraprendere azioni urgenti e coordinate: avviare procedure di infrazione e chiedendo misure provvisorie da parte della Corte di giustizia dell’UE; avviare il regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto; astenersi dall’approvare il progetto del Piano polacco di ripresa; dichiarare che esiste un evidente rischio di violazione grave dello Stato di diritto da parte della Polonia, ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull’Unione europea; interrompere o sospendere i pagamenti, dato il rischio di gravi carenze nei sistemi di controllo; e discutere la crisi dello Stato di diritto in Polonia nel corso del Consiglio europeo del 21-22 ottobre, ed emanare una dichiarazione comune sulla questione nei termini più forti possibili, firmata dai capi di stato e di governo dell’UE.
Tali richieste non sono intese come misure punitive nei confronti del popolo polacco, bensì come mezzi per ripristinare lo Stato di diritto alla luce del suo continuo deterioramento, sottolineano i deputati. Inoltre, i deputati chiedono alla Commissione di stabilire le modalità che consentano ai finanziamenti di raggiungere i loro beneficiari finali.